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L’USADA attacca Banka sul caso doping dei nuotatori cinesi: “Credibilità del sistema antidoping erosa giorno dopo giorno”

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Doping Control
Doping Control/ LaPresse

Non diminuisce la tensione  tra l’USADA e la WADA. L’agenzia antidoping USA ha infatti accusato Witold Banka, Presidente dell’Agenzia Mondiale, di diffamare gli atleti statunitensi per un fine ben preciso: distogliere l’attenzione sul controverso caso dei ventitré nuotatori cinesi risultati positivi a un test antidoping prima di Tokyo 2020.

Ad accendere di nuovo la miccia, da quanto appreso da Insidethegames, sarebbe stata una riunione straordinaria online organizzata lo scorso venerdì nella quale, secondo i membri di USADA, Banka avrebbe distorto volutamente dei fatti per insabbiare quanto successo ormai tre anni fa, quando un gruppo di nuotatori cinesi risultarono positivi alla trimetazidina (sostanza che migliora le prestazion), ma lasciati comunque gareggiare dopo che si era riuscito a dimostrare la contaminazione della sostanza nel cibo dell’hotel in cui soggiornavano.

Nello specifico scatenare l’ira degli Stati Uniti è stato un esempio riportato da Banka in sede di riunione, riguardante tre nuotatori statunitensi rimasti vittima di una dinamica di contaminazione speculare rispetto a quella dei cinesi. La massima autorità della WADA ha inoltre aggiunto che, in Patria, la maggior parte degli atleti che concorrei nei Campionati professionistici e universitari americani non gareggia seguendo il codice mondiale dell’Antidoping.

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Da qui la nota, particolarmente piccata, di USADA: “È doloroso vedere la credibilità del sistema antidoping globale erosa giorno dopo giorno dal rifiuto della leadership della WADA di pubblicare il dossier cinese per un esame giusto, trasparente e imparziale di come 23 nuotatori cinesi siano risultati positivi a un farmaco noto in tutto il mondo per migliorare le prestazioni“, si legge nel comunicato. “Gli atleti puliti, soprattutto mentre ci avviciniamo ai prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024, meritano di sapere come un farmaco disponibile esclusivamente sotto forma di pillola possa essere finito nella cucina di un ristorante. Anche se questa ‘contaminazione immacolata’ fosse realmente avvenuta, perché la WADA ha permesso alla Cina di farla franca con le sue violazioni delle regole non riscontrando una prima violazione, alcuna squalifica o un annuncio pubblico?“.

L’USADA ha inoltre rimarcato come i casi statunitensi citati dalla WADA siano al tempo stati resi pubblici e, di conseguenza, comportando di conseguenza sanzioni e squalifiche per gli atleti interessati. Non un clima disteso mentre ci avviciniamo a passo spedito verso Parigi.

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