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MotoGP, Aprilia uscirà dal cono d’ombra di Ducati? La Casa di Noale resta in secondo piano rispetto a quella di Borgo Panigale

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Maverick Vinales / Valerio Origo

Domenica 2 giugno, giorno della ‘Festa della Repubblica’, si corre il Gran Premio d’Italia del Motomondiale. Non sarà la gara di casa solo per i tanti piloti del nostro Paese, bensì anche per le due aziende presenti in MotoGP. La Ducati e l’Aprilia, sulle quali è doveroso effettuare una riflessione. D’altronde, nell’immaginario collettivo, la ditta di Borgo Panigale è preponderante rispetto a quella di Noale.

Per certi versi si tratta di un’ingiustizia bella e buona. Dopotutto, Ducati è controllata da Audi, dunque la proprietà è a tutti gli effetti tedesca. Aprilia, viceversa, è italiana al 100%. Fa riferimento a Piaggio, un colosso che fattura 1,5 miliardi di euro all’anno. In ogni caso, la realtà bolognese – per quanto acquistata da una delle emanazioni del Gruppo Volkswagen – resta italiana per anima e know-how.

C’è comunque una grossa differenza tra le due entità se si parla di MotoGP con un esponente del pubblico generalista (leggasi qualsiasi appassionato non appartenente allo “zoccolo duro”). Ducati è percepita come “La moto italiana”, quella per antonomasia, dotata dell’articolo determinativo. Aprilia è invece “l’altra”, quella in più. È bello che ci sia, ma se non ci fosse cambierebbe poco (agli occhi del suddetto spettatore, sia chiaro). Perché?

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Senza dubbio, è una questione legata soprattutto ai risultati. Poco più di due decenni orsono, Ducati ha saputo entrare in MotoGP e vincere subito, caratterizzandosi peraltro con un pilota molto popolare qual era Loris Capirossi.  Il titolo mondiale conseguito da Casey Stoner nel 2007 ha successivamente legittimato la Casa di Borgo Panigale come, appunto, “la moto italiana”.

Al contrario, Aprilia ha dovuto incassare un paio di fallimenti prima di diventare davvero un fattore nella classe regina, come è adesso. Il fatto di entrare e uscire più di una volta non ha certo beneficiato sotto l’aspetto mediatico. Come se non bastasse, a Noale è sempre mancato il pilota-identitario capace di attirare l’attenzione del pubblico.

Il destino, beffardo, ha voluto che nel momento in cui Aprilia è diventata vincente, Ducati sia divenuta dominante! Com’è, come non è, i veneti sono rimasti subordinati agli emiliani. Inevitabile, dunque, che la proverbiale “Casalinga di Voghera” (o la sua controparte maschile) non vedano “le moto italiane”, ma “la moto italiana” e “ah sì, l’altra moto italiana”.

Non è detto sia sempre così, però. A dettare legge è l’attenzione mediatica generata dai risultati. Il presente appartiene a Ducati, nulla quaestio. Però Aprilia sta lavorando bene, cresce e ha un obiettivo ben definito. La conquista del Mondiale in MotoGP. Bisognerà attendere questo epocale conseguimento per vederla uscire dal cono d’ombra in cui si trova ora?

 

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