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Editoriali

Non un miracolo, ma una programmazione mirata. La pallamano non è più la pecora nera

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Italia pallamano
Italia pallamano / FIGH

La pallamano esiste!”: questo il titolo con cui abbiamo celebrato la storica qualificazione dell’Italia ai Mondiali 2025. Un quesito, in effetti, ci ha accompagnato per oltre tre lustri: perché l’Italia, storica e ultracentenaria potenza sportiva a 360 gradi, non ha mai ottenuto risultati di peso nella pallamano? Se andiamo a ripercorrere tutti i risultati dal 2008 in poi, ci accorgeremo di come la lista di batoste sia pressoché infinita. Una Nazionale che non riusciva mai non solo a prendere parte ad un grande evento (Europei o Mondiali), ma sovente frantumava le proprie speranze persino contro lo scoglio delle pre-qualificazioni. Senza girarci attorno: per anni l’Italia della pallamano è stata ciò che sono Moldavia, Malta o Lussemburgo nel calcio. Sì, era come se non esistesse. Per questo motivo l’avevamo definita come la vera pecora nera dello sport italiano.

Il vento è finalmente cambiato negli ultimi anni. Dopo qualche esperimento fallito, come quello della squadra federale femminile ‘Futura Roma’ che non ottenne i risultati sperati, l’inaugurazione del centro tecnico federale a Chieti nel 2021, ovvero la cosiddetta ‘Casa della Pallamano’, ha impresso una decisa svolta. Il lavoro sui giovani, che era già iniziato qualche stagione addietro, ha trovato la sua sublimazione nel lancio di una squadra federale definita “Campus Italia”. Sono infatti stati raggruppati per due stagioni i migliori ragazzi di 16, 17 e 18 anni, i quali hanno preso parte prima al campionato di A2 ed in seguito alla Serie A Gold. Una volta terminato il biennio, la quasi totalità di questi ragazzi ha trovato ingaggi importanti non solo nei club italiani, ma anche all’estero. I primi frutti si sono iniziati a vedere con la storica qualificazione dell’Italia U20 agli Europei di categoria del 2022, risultato bissato quest’anno dalla Under18. Insomma, si è creato un circolo virtuoso che rappresenta il serbatoio della Nazionale e che garantirà ricambi anche nel futuro a breve termine.

È innegabile che la Federazione abbia lavorato nel modo giusto: dobbiamo ammettere che da parte di OA Sport, in passato, non erano mai mancate le critiche, talvolta anche dure. Da qualche tempo si è finalmente imboccata la giusta direzione. Serviva il risultato di spicco per certificarlo in maniera inappellabile. Troppe volte, nel passato recente, gli azzurri avevano pagato dazio a dei sorteggi sfavorevoli. Questa volta l’urna è stata più benevola, sebbene il cammino verso i Mondiali si sia rivelato durissimo, con ben tre turni di playoff da superare: prima la Turchia, con una folle rimonta casalinga dopo il -9 dell’andata, poi il Belgio ed infine il Montenegro, 14° agli ultimi Europei.

La rassegna iridata del gennaio 2025 dovrà essere vissuta come un punto di partenza. Sarà l’occasione di confrontarsi contro compagini superiori, che sino a poco tempo fa ritenevamo inavvicinabili: giocare contro i migliori aiuta a progredire, a comprendere i propri limiti e studiare come colmarli. Il prossimo passo sarà quello di trovare una dimensione internazionale stabile, dunque qualificandosi regolarmente agli Europei ed ai Mondiali. E chissà che, prima o poi, anche la parola ‘Olimpiade’ non sia più vista come un tabù. Occorrerà fare un passo per volta, come accaduto finora. Tanto resta da fare, a cominciare da un settore femminile al momento molto più indietro. Di sicuro la pallamano non è più la pecora nera dello sport italiano. A chi tocca ora questa sgradita palma? A ‘guadagnarsi’ il titolo è l’hockey sul ghiaccio…

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