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PGA Championship 2024: il percorso e le 18 buche. Si va a Valhalla per la quarta volta nella storia

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Wanamaker Trophy
Wanamaker Trophy - LaPresse

Secondo Major in arrivo per il golf, con il PGA Championsip che da qualche anno a questa parte ha preso collocazione nel mese di maggio. Quarta edizione nella storia che si disputa sul percorso del Valhalla Golf Club, che in passato ha ospitato i tornei del 1996, 2000 e 2014. Grande tradizione per questo campo che nel 2008 è stato sede della Ryder Cup, e si è sempre rivelato come un test molto probante per tutti i golfisti. 

Buca 1 (The Post, par 4, 484 yards): lungo e leggero dogleg verso sinistra che richiede attenzione sia dal tee sia con il secondo colpo. Imperativo prendere il fairway, con il green protetto da due bunker dai quali fare approccio e putt per salvare il par non sarà per nulla scontato.

Buca 2 (Winning Colors, par 4, 500 yards): partenza del giro complicata che non dà respiro, ancora un par 4 lungo che da metà fairway in poi piega verso sinistra. Punto di battuta per il tee shot molto stretto, con a destra un bunker pericoloso e a sinistra il Floyd’s Fork, corso d’acqua che costeggia tutta la buca. Tre ostacoli di sabbia anche nei pressi del green, due sul centro-sinistra e uno a destra.

Buca 3 (Honest Abe, par 3, 208 yards): altra buca difficile per completare un trittico da cui uscire con il par sarà un successo. Entra in gioco anche qui il Floyd’s Fork che passa davanti al green. Sarà difficile soprattutto leggere il vento, e un primo colpo sbagliato a destra potrebbe portare a danni irreparabili.

Buca 4 (Mine That Birdie, par 4, 372 yards): prima vera e ghiotta chance per il birdie. Due diversi modi per affrontare la quattro: quello rischioso, tirando il drive dal tee e volando il grande bunker più o meno a metà per trovarsi sotto al green, o quello più conservativo, ferro dal tee e secondo colpo pieno. Quando il tee sarà spostato più avanti diversi giocatori potranno andare direttamente per il green, attenzione però perché dietro c’è il solito ruscello pronto a raccogliere gli errori.

Buca 5 (The Sun Shines Bright, par 4, 463 yards): dogleg che questa volta piega a destra. Fairway circondato da un grande bunker sulla destra e tre piccolini sulla sinistra, dai quali risulterà difficile poi tirare al green con il secondo. Il green è uno dei più grandi del campo, con pendenze regolari e di forma triangolare.

Buca 6 (Long shot, par 4, 495 yards): una delle buche che può giocare come più difficile del campo. Richiede un accurato primo colpo, e per i più potenti il drive rimarrà nella sacca visto che il fairway è tagliato a meta dal Floyd’s Fork. Anche dopo un buon primo colpo i giocatori saranno chiamati ad un approccio da oltre duecento yards con un green rialzato e protetto dietro da un ostacolo di sabbia, ma se si rimane corti la pallina rotolerà per diversi metri all’indietro.

Buca 7 (Genuine Risk, par 5, 597 yards): forse la buca più intrigante di tutte le diciotto. Un par 5 da rischio ricompensa, con un lembo di fairway sulla sinistra che taglia e accorcia la buca. Zona d’atterraggio molto stretta circondata dall’acqua, se però si è precisi non sarà difficile attaccare il green in due. Se si sceglie di essere conservativi prendendo la strada lunga, sulla destra, sarà una buca a tre colpi.

Buca 8 (Float Like A Butterfly, par 3, 190 yards): par 3 da ferro corto-medio, ma se non si prende il green saranno guai. Rimanendo corti si rischia di finire in un profondo bunker, così come sbagliando a sinistra. Pendenze tutte ad uscire, con l’approccio che in ogni caso sarà veramente ‘challenging’.

Buca 9 (Twin Spires, par 4, 415 yards): si chiudono le prime nove con una buona occasione per provare a guadagnare un colpo. Si va su un salita verso il green, dopo che la zona d’atterraggio del drive è abbastanza larga. La difficoltà maggiore è il green, uno dei più ondulati e di difficile lettura di tutto il percorso.

Buca 10 (Big Red, par 5, 590 yards): doppio dogleg, prima verso sinistra e poi verso destra. Solo i più grandi bombardieri potranno arrivare in due in green, anche questo decisamente ondulato e in cui è fondamentale centrare il settore dove è posta la bandiera. Attenzione all’ostacolo di sabbia poco prima del green, uscire da lì non sarà per nulla semplice.

Buca 11 (Holler, par 3, 211 yards): par tre lungo con il green che pende da destra verso sinistra. Vietato proprio sbagliare a sinistra, dove un dirupo si apre e dal quale bisognerà forse accontentarsi del bogey.

Buca 12 (String Like A Bee, par 4, 494 yards): buca particolare perché presenta il fairway diviso a metà da una sezione di folto rough. Secondo colpo che si gioca in salita verso un green sopraelevato, difeso sulla destra da uno dei bunker più profondi dell’intero percorso.

Buca 13 (The Limestone Hole, par 4, 351 yards): il più corto par 4 del percorso, ma assolutamente non il più facile. Servono due colpi perfetti per provare a marcare un birdie, con un clouster di sei piccoli bunker che stazionano sulla sinistra del fairway nella zona d’atterraggio. Il green è una vera e propria isola (un po’ a ricordare la 17 del TPC Sawgrass), circondato dall’acqua e costruito su una struttura di sei metri di massi calcarei.

Buca 14 (On The Rocks, par 3, 254 yards): il più lungo par 3 del percorso, che dal tee di partenza va giù in discesa fino ad arrivare al difficile green a due livelli. Ancora una volta sabbia protagonista: quattro bunker a proteggere il green, e giocare dai due posteriori può essere particolarmente doloroso con la sicurezza di avere un’uscita in discesa e la difficoltà massima nel fermare la palla.

Buca 15 (Julep, par 4, 435 yards): l’area d’atterraggio del primo colpo prevede il folto rough sulla sinistra e un grande bunker a destra. Il torrente e un piccolo bunker proteggono il green a destra, dove a sinistra si trova un bunker ancora più grande.

Buca 16 (Homestretch, par 4, 508 yards): molto ampio il fairway che quasi unicamente non presenta ostacoli di sabbia. Sono due invece a proteggere il green, vera difficoltà di questo lungo par 4. Super complesso e con tantissime mini pendenze da calcolare, uscire con il par da questa buca non è mai da buttare via.

Buca 17 (Straight Up, par 4, 472 yards): obbligatorio superare la salita con il tee shot, altrimenti saranno guai. Anche prendere il green con il secondo non sarà semplice, con due bunker sulla sinistra e circondato interamente da pendenza ad uscire con la palla che in caso si fermerebbe solo quando troverà l’erba profonda.

Buca 18 (Photo Finish, par 5, 570 yards): leggendario il par 5 della 18 del Valhalla Golf Club. La maggior parte dei giocatori che prende il fairway (attenzione all’acqua sulla sinistra) può raggiungere il green in due, protetto però da un bunker sulla sinistra e un altro più piccolo e profondo a destra. Arrivare in due però non sarà garanzia di birdie, perché l’infinito green quasi a ferro di cavallo non perdonerà errori.

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