Tennis
Roland Garros 2024: i favoriti. Djokovic e Alcaraz con mille dubbi, chance per i big del rosso. Il dilemma Sinner
Tutti e nessuno. Mai come quest’anno dei favoriti del Roland Garros 2024 si può dire qualunque cosa, tranne che siano certi. E si può dire anche che non può esistere alcun tipo di concordanza, a maggior ragione quando forse questo sarà l’anno in cui più di tutti, negli ultimi vent’anni, conterà il tabellone. Il tutto quasi a ribaltare completamente uno scenario che di solito apparteneva al torneo femminile: se in questo caso la figura inscalfibile, sopra tutte, è quella di Iga Swiatek, nel maschile non c’è assolutamente nulla di cui poter essere certi. Fino a pochi anni fa, con la presenza di Nadal al meglio, era sostanzialmente l’esatto contrario.
Partiamo, ovviamente, dal detentore, Novak Djokovic. Definire la stagione del serbo al di sotto delle aspettative è anche essere buoni nei suoi confronti, dal momento che, tra assenze ed eliminazioni precoci, il numero 1 del mondo ha dovuto far ricorso all’ATP 250 di Ginevra per mettere benzina nelle gambe. Mai come quest’anno Djokovic appare un favorito più nella forma che nella sostanza, se non aumenterà rapidamente i giri del proprio motore. Per lui, come per tutti gli altri, il vero fattore sarà legato a un tabellone piuttosto favorevole, che gli consenta di carburare senza dover faticare oltremodo nella prima settimana per arrivare alla seconda con una forma migliore. Certo è che siamo di fronte a un anno per lui molto particolare: era fondamentalmente da inizio carriera, dal 2006, che non arrivava a Parigi senza aver vinto alcun torneo prima.
E che dire di Carlos Alcaraz? Vero, il murciano è riuscito a vincere a Indian Wells e in ogni caso rimane l’uomo sul quale in molti puntano per questo Slam, ma rimane un’incognita il suo stato di forma dopo i vari problemi che lo hanno costretto a rinunciare a gran parte della stagione rossa. Inoltre, quando è sceso in campo, di convincente non ha avuto granché: la (nuova) fatica con Struff e la sconfitta con Rublev hanno messo più di qualche dubbio. Certo, lui la motivazione extra ce l’ha: dimostrare che quei primi due set della semifinale con Djokovic nel 2023 non potevano essere un caso (al di là del fatto di averlo poi battuto a Wimbledon). Il 2024 vuole farlo diventare il suo anno, paradossalmente proprio quando qualcun altro sembra destinato a chiudere, inevitabilmente, il cerchio al Bois de Boulogne.
Vanno obbligatoriamente inseriti in questa fascia due signori del rosso e il vincitore degli Internazionali d’Italia. Non c’è mai stato, potenzialmente, un momento più favorevole per Casper Ruud e Stefanos Tsitsipas al fine di mostrare le proprie doti rosse. Entrambi sono già arrivati in finale da queste parti, ma se il norvegese di fatto non scese in campo, colto da qualsiasi cosa possibile, contro Nadal nel 2022, nel 2021 il greco andò veramente vicino a piazzare il colpaccio contro Djokovic e a fermarne in anticipo la corsa al Grande Slam poi fermata da Medvedev agli US Open. Controindicazioni: dopo Montecarlo e Barcellona entrambi sono calati, e oggi forse è Tsitsipas quello con più chance. Capitolo Alexander Zverev: il tedesco ha anche lui una forte motivazione, nello specifico quella legata alla semifinale di due anni fa contro Nadal in cui arrivò il più grave infortunio della sua carriera, quello dal quale ha sostanzialmente impiegato un anno abbondante a riprendersi davvero. Le tante domande rimaste senza risposta da quel mai sviluppato tie-break del secondo set si ripresentano in altra forma in questo 2024.
Non si può, chiaramente, non citare Jannik Sinner. Che, per inciso, non sarebbe nemmeno ancora sicuro al 100% di giocare a Parigi (oggi si è allenato con Kei Nishikori, e il giapponese è anche lui fermo da parecchio, da Miami nello specifico: fa in ogni caso bene rivederlo attivo). Appare ovvio che non lo si possa escludere dal novero dei favoriti qualora si presentasse al via, ma è evidente come su questo status risenta il suo potenziale stato di forma. E, naturalmente, ci sarebbero mille e una domande alle quali bisognerà rispondere. Come sta lui? Quanto ha davvero recuperato? In ballo, per lui, non c’è solo uno Slam, ma anche il numero 1 del mondo. E la motivazione per lui, checché se ne dica, è senz’altro forte, se non altro perché non vorrà certo diventarlo senza scendere in campo (nel caso in cui a Djokovic le cose vadano davvero male). Una cosa è sicura: se giocherà, non lo farà di certo per essere una comparsa. E lo farà, in uno dei quattro tornei maggiori, per la prima volta da campione Slam in carica.