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Roland Garros 2024: outsider e possibili sorprese. Occasione per tanti con i big non al meglio

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Nadal / LaPresse

Per quest’anno, il discorso al Roland Garros è molto semplice. Al femminile c’è una sola favorita (Iga Swiatek), con tutte le altre che rivestono il ruolo di candidate ad arrivare in finale (Sabalenka in testa) o di outsider-sorprese (in quantità). Per quel che riguarda invece il torneo maschile, la situazione è molto più complicata. E se per il novero dei favoriti, nonostante tutto, non si esce (almeno per ora) dai quattro migliori del mondo più Ruud e Tsitsipas, per quel che riguarda outsider e sorprese il materiale è estremamente ampio.

Innanzitutto, Rafael Nadal. Sì, Rafael Nadal. Quel Rafael Nadal che ha vinto 14 volte il Roland Garros, quel Rafael Nadal che a Parigi in carriera di partite ne ha perse due (come Soderling e Djokovic sanno bene), quel Rafael Nadal che è (forse) all’ultima apparizione sui campi in terra più famosi del mondo. Certo, posizionarlo tra gli outsider quando l’accoppiata Nadal-Roland Garros suona nel modo noto a tutti è un po’ particolare, ma allo stato attuale delle cose non è in alcun modo possibile dare al mancino di Manacor i galloni di favorito. Del resto, le sconfitte, quando sono arrivate, sono state molto nette: con de Minaur a Barcellona, con Lehecka a Madrid e con Hurkacz a Roma ha subito tremendamente soprattutto il fatto di non riuscire più a fare ciò che vuole con la palla, con quelle traiettorie che lo hanno a lungo consacrato. Inoltre, contro i big l’autonomia appare davvero più limitata del solito. Oltretutto, gli servirebbe un buon tabellone per andare molto avanti e far sperare molti. Il suo problema è che può pescare chiunque. Compresi i big. E lui non se lo augura di sicuro.

A livello di outsider nel più reale senso della parola, invece, abbiamo diverse figure che si sono ben comportate nelle ultime settimane. Chiaramente si parte da Andrey Rublev: il russo ha sempre quel qualcosa da raccogliere per arrivare al più alto livello, e anche sul rosso negli anni l’ha dimostrato con due Masters 1000 vinti e diversi buoni risultati. Gli è finora mancato il vero e proprio acuto a livello Slam, ma in una situazione come quella attuale e con il tabellone che può dar luogo a qualsiasi cosa sono numerose le possibilità a sua disposizione per crearsi un’occasione importante. Molto di diverso si deve invece dire di Daniil Medvedev, che è a metà tra favorito e outsider solo per la classifica. Al massimo può essere una sorpresa eventuale, visto che il rapporto tra l’ex numero 1 e la terra rossa ha finora prodotto soltanto una vittoria (ora definibile come sostanzialmente casuale) al Foro Italico di Roma nel 2023.

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Sono tutte da scoprire le condizioni di Holger Rune: il danese, è vero, può sicuramente far bene sul suo mattone tritato, ma finora sembra rimasto più prigioniero del suo carattere che di una scalata che si è fondamentalmente interrotta. Anche questa fase della stagione non gli è stata di aiuto, visto che il miglior risultato è arrivato a Montecarlo con i quarti di finale persi da Jannik Sinner. Può essere più il Roland Garros di Taylor Fritz, dal momento che l’americano sta disputando la sua migliore stagione della carriera da queste parti. Qui la bandiera a stelle e strisce non sventola dal 1999, cioè dal miracolo in rimonta di Andre Agassi. Outsider, ma sempre con tanti però, Grigor Dimitrov, anche se ad oggi il bulgaro non è quel giocatore che in chiave Australian Open avrebbe potuto far paura a tutti e invece ha lasciato emergere la bella storia di Nuno Borges, con il portoghese che ora sta trainando un intero movimento sulle proprie spalle.

Altri nomi da tener d’occhio: Hubert Hurkacz (anche se il polacco sul rosso lo è più per lo status da top ten che per altro), l’australiano Alex de Minaur, sempre in grado di dar fastidio a molti. Il ruolo di sorpresa, invece, potrebbe arrivare dall’enorme onda sudamericana che ha invaso la top 50 quest’anno. La vera domanda è semplicemente relativa a chi andrà più lontano: per l’Argentina ci sono Mariano Navone, Sebastian Baez, Tomas Martin Etcheverry e Francisco Cerundolo (anche se per lui le quotazioni sono minori), per il Cile Nicolas Jarry e Alejandro Tabilo, entrambi mostratisi in grande spolvero a Roma. La Francia nutre speranze con Ugo Humbert e Arthur Fils, in casa Italia si spera nel rinsavire di Lorenzo Musetti e nella notevole continuità nell’anno di Luciano Darderi.

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