Rugby
Rugby, Marzio Innocenti: “Questa squadra ha la possibilità di vincere il Sei Nazioni”
Questo è forse il momento più alto della storia del rugby italiano, o almeno, ciò che la squadra azzurra ha dimostrato nel Sei Nazioni è sicuramente qualcosa di incredibile e di mai visto nelle ultime stagioni. Il cambio di guida tecnica, con Gonzalo Quesada nuovo commissario tecnico, ha portato tutti i suoi vantaggi.
Può gioire ovviamente il presidente della FIR Marzio Innocenti: “Ci sono alcune cose che dobbiamo tenere presente: questa squadra pochi mesi fa ha toccato uno dei momenti più bassi contro la Nuova Zelanda e la Francia. Quella squadra, però, era reduce da 13 partite in cui era sempre stata all’altezza dell’avversario, con un’età media di 23-24 anni, e la Federazione ci ha sempre creduto. Se quel calcio di Garbisi fosse entrato saremmo stati terzi, bisogna riconoscere all’allenatore di essere una persona molto capace di bruciare le tappe: quello che ha raggiunto si poteva sperare di ottenerlo in una stagione o forse due”.
E ancora: “Questo momento così bello sul campo non deve far dimenticare che l’Italia spesso torna indietro come i gamberi. Uno degli impegni più importanti che Gonzalo sa di avere è quello di mantenere il livello. Come obiettivo strategico è stato posto quello di battere tutte le squadre che sono dietro nel ranking, e aver battuto anche alcune di quelle davanti indica una qualità ancora superiore”.
Sognare non costa nulla: “All’indomani della vittoria contro la Scozia ho avuto modo di sentire molte persone del nostro mondo che dicevano che col Galles sarebbe stata poco più che una formalità: dobbiamo fuggire da questa mentalità, come sistema, perché battere il Galles è sempre un’impresa leggendaria. È chiaro che aver vinto una partita in così totale controllo come a Cardiff non era mai successo prima, ed è un punto reale di progresso, ma dobbiamo sempre ricordarci che l’Italia può fare questo ma anche esattamente il contrario, ritornando indietro. Questa squadra ha la possibilità di provare a vincere il Sei Nazioni. Un obiettivo quasi impossibile, ma per quanto mi riguarda questa parola non deve esistere. Certo, dall’altra parte sappiamo che l’Italia può fare questo ma anche esattamente il contrario, se perdiamo il controllo e non teniamo i piedi per terra”.