Sinner, Jacobs, Berrettini, Goggia: i fenomeni dello sport italiano bersagliati dagli infortuni

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Sinner / LaPresse

La fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo? Viene spontaneo esprimersi così prendendo atto dei problemi fisici di Jannik Sinner. L’altoatesino (n.2 del mondo) era il più atteso negli Internazionali d’Italia di tennis che inizieranno domani sui campi del Foro italico. Purtroppo, però, un infortunio all’anca gli ha reso impossibile rispondere presente e sul futuro prossimo del 22enne pusterese delle nubi ci sono.

Sì, perché la criticità menzionata è molto delicata. I movimenti sull’anca, per un tennista, sono molto importanti e risolvere la questione non è così semplice. Sinner rischia di saltare il prossimo Roland Garros e non è dato sapere con certezza quando tornerà a giocare. Una vera disdetta per chi finora si è reso protagonista di una stagione strepitosa.

Il caso di Jannik non è isolato nella storia recente dello sport italiano e va inserirsi in un discorso di fragilità fisica che è coincisa nel percorso agonistico del ragazzo di Sesto Pusteria. Ci sono altri casi di campioni che sono stati fermati dei problemi fisici. L’esempio più vicino a Sinner è quello dell’altro tennista italiano Matteo Berrettini. Dopo il raggiungimento della Finale a Wimbledon 2021 e le vittorie nei tornei sull’erba a Stoccarda e al Queen’s, Matteo ha dovuto fare i conti con problemi di vario genere, con continui stop.

Lo stesso ragionamento lo si può fare per il bi-campione olimpico Marcell Jacobs, afflitto da continue problematiche ai suoi muscoli, che l’hanno portato anche a cambiare allenatore e a cercare una via alternativa in Florida, alla corte di Rana Reider. E che dire di Sofia Goggia, legata a Sinner dalla passione per lo sci, visti i suoi inizi agonistici sulle nevi.

Gli infortuni in serie alle gambe hanno un po’ costellato il percorso della campionessa bergamasca di sci alpino, che senza questi stop avrebbe potuto ambire a traguardi ancor più ambiziosi. Nel calcio viene in mente anche la tendenza all’infortunio di Federico Chiesa, forse l’unico vero giocatore della Nazionale in grado di fare la differenza.

Chiaramente, questi contrattempi fanno parte del percorso di un atleta e non sono una caratteristica comune a un Paese, tenuto conto anche di quanto stia accadendo sempre in ambito tennistico allo spagnolo Carlos Alcaraz. Ma vengono altri esempi di altri campioni stranieri con criticità fisiche e psicologiche. Si pensi a Caeleb Dressel e ad Adam Peaty nel nuoto. In sostanza, non ci si sente “Calimero” in Italia, ma c’è puro e semplice dispiacere.

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