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Tiro a volo, Giovanni Pellielo: “Non ho intenzione di smettere. Se starò bene andrò avanti anche nel 2025”

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Giovanni Pellielo / FITAV

L’highlander dello sport italiano Giovanni Pellielo non vuole minimamente mollare il colpo. Il tiratore piemontese, 54 anni compiuti lo scorso gennaio, è ancora sulle pedane più importanti del mondo a battagliare con i suoi rivali fra un piattello e l’altro. L’obiettivo ora è ottenere la convocazione per le Olimpiadi di Parigi 2024, che sarebbero le ottave a livello di partecipazione, con uno score nella specialità del trap che conta sin qui 3 argenti ed 1 bronzo.

Intervistato da Sport Mediaset, il totem azzurro ha detto: “La carta olimpica è dedicata alla Nazione, quindi, non è nominale e dipenderà dal direttore tecnico chi convocare. Se verrò designato, si tratterà dell’ottava Olimpiade e mi aspetterò di dare il massimo come in passato, oltre a portare a casa qualcosa di interessante”. Dalle Olimpiadi di Barcellona 1992 ad oggi, Pellielo dice: “Sono cambiate molte cose, il mondo stesso, così come i regolamenti. Abbiamo lottato nel corso della storia con le gioie e le sofferenze che la vita ci riserva. Rispetto al 1992 sono orfano dei miei genitori e per questo combatterò con una presenza diversa rispetto a quella avvertita sino allo scorso anno”. Sulla possibilità di essere a Parigi 2024: “Se andrò alle Olimpiadi, è perché me lo sarò meritato. Cercherò di dare tutto me stesso come ho sempre fatto, rispondendo ai miei doveri, della mia federazione, del mio tecnico e delle aziende che mi hanno sostenuto”.

Pellielo, che in caso di ottava partecipazione olimpica uguaglierebbe sportivi come i fratelli D’Inzeo (equitazione) e Josefa Idem (canoa velocità), ha detto di trarre spunto ed ispirazione dai grandi sportivi del passato, poi, pensando al futuro, ha affermato: “Oggi più che mai non ho intenzione di smettere. Se mi convocheranno alle Olimpiadi, perché dovrei prendere parte ai Giochi nel 2024 e ritirarmi nel 2025? Ho sempre creduto che esistono due tipi di atleti, quelli che hanno bisogno di soddisfare un bisogno, come vincere una medaglia, ed altri, nei quali mi riconosco, che vanno avanti attraverso un fuoco interiore che si chiama passione. Più la assecondano e più cresce, e finché durerà questo amore, voglio andare avanti. Se avrò la fortuna di star bene, avere la vista, i riflessi e la dedizione per gli allenamenti, allora continuerò”.

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