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WTA Roma, Iga Swiatek di nuovo regina del Foro Italico: Sabalenka battuta in due set

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Swiatek / LaPressse

Iga Swiatek scrive un’altra piccola pagina di storia del tennis femminile. La numero 1 al mondo si conferma la più forte al mondo nella storia sulla terra vincendo per la terza volta gli Internazionali d’Italia; Aryna Sabalenka si arrende con un netto 6-2 6-3 in un’ora e mezza, sul mattone tritato più difficile da gestire per la bielorussa. La numero 1 al mondo diventa la terza tennista della storia a vincere nello stesso anno Madrid e Roma, come fecero Dinara Safina nel 2009 e Serena Williams nel 2013.

Il gioco di Swiatek, fatto di tanti anticipi, emerge già nel terzo gioco, approfittando dei soliti problemi di continuità al servizio della sua dirimpettaia: strappo immediato e servizio ghermito a zero. La numero 1 al mondo non sfrutta un’altra chance a proprio favore, ma lo scambio è gestito da lei con Sabalenka che deve fare pentole e coperchi per poter fare il punto. Non basta però a recuperare, anzi si ritrova a perdere nuovamente il servizio nel settimo gioco: il primo parziale si chiude sul 6-2 in 36 minuti.

Dopo un toilet break, Sabalenka entra in campo con gli occhi della tigre, decisa a fare di tutto per rimettere in piedi il match. Ne vengono fuori due giochi lottati sul servizio della polacca, che salva cinque palle break nel secondo gioco ed altre due nel quarto, di cui almeno sei con pieno merito. E visto che il tennis è uno sport crudele, arriva il break di Swiatek: tantissimi errori di Sabalenka che, a furia di spingere, va spesso fuori giri, permettendo alla numero 1 al mondo di passare in vantaggio. E, continuando a spingere a spron battuto, concede due match point sul proprio servizio: il primo è annullato, il secondo si concretizza.

Sabalenka paga i tanti errori nel corso della partita, 28 contro i 18 vincenti, mentre Swiatek è stata bravissima nell’emergere nel momento più difficile della partita, l’inizio del secondo set, dove ha annullato tutte le sette chance di break grazie alla sua estrema mobilità.

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