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Roland Garros

Ambesi avvisa: “Se Sinner perdesse con Alcaraz, non sarei deluso: lo spagnolo è il n.1 sulla terra”

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse - Olycom

Un’Italia protagonista assoluta su più fronti (non solo con Sinner) e l’incredibile rimonta vincente di Novak Djokovic su Francisco Cerundolo rappresentano i temi caldi del giorno al Roland Garros 2024. Di questo e di tanto altro si è parlato nella puntata odierna di TennisMania Speciale Roland Garros, trasmissione condotta da Dario Puppo (giornalista e telecronista di Eurosport) e visibile sul canale Youtube di OA Sport, con ospiti Guido Monaco (commentatore tecnico di Eurosport) e Massimiliano Ambesi (giornalista e commentatore di Eurosport).

Ho visto che le partite di Djokovic contro Musetti e Cerundolo sono state messe sullo stesso piano. Per me sono due incontri totalmente agli antipodi, al di là del risultato e di come sono stati vinti i set. Musetti entra in campo con un piano tattico-strategico perfetto, Djokovic gioca su alti livelli e lui anche, però l’azzurro può trovarsi sotto 2-0 se il serbo concretizza il set point nel tie-break del secondo parziale. Quell’episodio dice bene a Musetti, quelli del primo set gli avevano detto male, poi nel terzo asfalta Djokovic. Quel Musetti è ancora allo stesso livello atletico di inizio partita, poi nel quarto ha un calo atletico. La strategia non cambia, cerca di far muovere Djokovic ma l’altro ritrova la condizione dei primi due set e quindi va a dominare il match. Non è che Musetti si sia tirato indietro, come fece nel 2021 quando finì la benzina e si fermò. In quel momento l’altro lo sovrastava atleticamente, però l’idea della partita era giusta”, commenta Ambesi.

Cerundolo ha una situazione totalmente diversa, perché non va sotto dal punto di vista atletico. Il primo set lo perde perché Djokovic gli mangia in testa e lui fa una marea di errori gratuiti, poi trova le misure e a inizio secondo set il serbo ha quel risentimento al ginocchio o ad un flessore. Si ferma, fisioterapista, antidolorifici, e lì comincia a subire il gioco dell’argentino. Comunque non si arrende mai, perché Cerundolo chiude il secondo set facendo il break al tredicesimo tentativo ed in qualche modo lo porta a casa. Vince il terzo, con un break di vantaggio. Nel quarto va avanti, Djokovic non molla mai e lui la butta via non perché sovrastato fisicamente, ma perché il serbo lo batte da un punto di vista tattico e strategico. Cerundolo probabilmente ha il braccino nel momento che conta, l’aura di Djokovic probabilmente è enorme e perde un match che poteva vincere perché quel Djokovic era non al top della condizione. Per me non stava bluffando, come in tanti hanno scritto. Era in difficoltà e Cerundolo ha fatto di tutto per non vincerla. La poteva chiudere nel quarto, ha avuto un’infinità di occasioni. Djokovic di testa è più forte, il palmares lo dimostra. La partita di Musetti è stata preparata molto meglio, poi Cerundolo ci è andato più vicino perché ha retto di più dal punto di vista fisico, ma trovo che siano due situazioni molto distanti“, analizza il giornalista di Eurosport.

Sulla veridicità dei problemi fisici del serbo: “La narrativa del finto infortunio non sta in piedi per come sono stati scanditi i tempi. Lui ha dominato il primo set, l’ultimo gioco è stato un po’ tormentato ma l’ha portato a casa, Cerundolo stava crescendo ma erano sostanzialmente in parità, senza particolari patemi. Ok, aveva difeso il servizio soffrendo, ma non aveva senso che lui in quel momento fingesse un infortunio. Una partita che volendo poteva provare a chiudere in tre set ipoteticamente. Non ci credo a questa cosa di fingere, non sta in piedi ecco“.

Sulle ambizioni di Lorenzo Musetti verso i Giochi Olimpici di Parigi: “Mi pare che lui abbia un percorso negativo nei match che si chiudono al quinto set, è in striscia aperta di tante sconfitte in quelle partite prolungate. Adesso però effettivamente: tabellone a 64, Olimpiadi, 16 teste di serie. Se hai la fortuna di finire in quello spicchio di tabellone dove non becchi subito l’Alcaraz di turno, su campi che lui ha dimostrato di gradire, se riesce ad aggiungere qualcosina a quello che ha espresso in questi giorni e magari è il Musetti dei primi turni dello scorso anno fino allo scontro con Alcaraz, considerando che gli altri arriveranno logori perché ci sarà Wimbledon, è uno che potrebbe anche sognare di arrivare a giocarsi qualcosa. Anche perché io non so quali saranno le motivazioni di tutti in quel tipo di torneo lì, sempre che tutti ci vadano, perché poi non abbiamo la certezza che tutti saranno presenti. Musetti potrebbe avere anche un’occasione“.

Ambesi è poi tornato sull’infortunio all’anca di Sinner: “Qualcuno ha detto che la cosa è stata montata o comunque gonfiata. Io non credo, per come sono stati scanditi i tempi. Non ci credo per quel tipo di conferenza stampa che c’è stata a Roma. Non ci credo perché conosco il tipo di infortunio e so che cosa comporta. Quando hai quel problema non riesci ad allenarti, ti alleni tanto meno, quindi il problema c’era. Bisogna dire che, chi circonda Sinner, l’ha gestito da un punto di vista medico in maniera impeccabile, perché quei 10-12 giorni di stop sono stati fondamentali per recuperare da un problema che poteva essere più grande ma nessuno in quel momento lo sapeva, e poi ripartire. Lui ha iniziato ad allenarsi in maniera non particolarmente sostenuta, poi ha forzato, non ha sentito dolore, gli mancava chiaramente la partita. Dio vuole che il calendario gli ha messo uno dopo l’altro dei match tutto sommato sostenibili e lì ha trovato le certezze che mancavano. Non ha sentito dolore e ok, adesso si traguarda agli obiettivi più importanti“.

Sulle prospettive dell’altoatesino nel torneo: Onestamente però se Sinner arrivasse in semifinale e venisse eliminato da Alcaraz non sarei deluso, perché rappresenterebbe comunque un buon percorso, contro un giocatore che sulla terra se si esprime al top probabilmente è il numero uno in questo momento. Tutti ci auguriamo che possa andare molto più avanti e quindi vincere, ma voglio dire già una semifinale rappresenterebbe una conferma. Quante partite ha perso Sinner sulla terra quest’anno? Una, e come l’ha persa, perché potremmo scrivere libri a riguardo sull’ingenuità e l’errore dell’arbitro. Il giocatore ormai è solido ovunque, dove lo metti fa il suo. Non penso che in un quinto set Sinner perda una partita come quella di Cerundolo. Quindi credo che abbiano fatto le cose correttamente e che non ci sia stato dietro nessun calcolo del tipo ‘non andiamo a Roma così abbiamo più tempo’, non è successo questo. Hanno voluto salvaguardare l’integrità fisica dell’atleta e l’hanno fatto bene. Non ha deciso lui ecco, questo è chiaro“.

Sui grandi risultati dell’Italia al Roland Garros ed in generale nel 2024, sulla scia di Sinner: Con la vittoria di Errani/Paolini agli ottavi nel doppio femminile si realizza una situazione senza precedenti in ambito italiano e cioè il fatto di avere nei quarti di finale un doppio femminile, un doppio maschile, un uomo nel singolare ed una donna nel singolare. È un’altra testimonianza del momento favorevole vissuto dal tennis italiano. Ce n’è una seconda: nei singolari ci saranno 15 Nazioni rappresentate nei quarti di finale. Solo l’Italia avrà due giocatori. Anche questo è importante per capire una cosa. Nell’ipotesi in cui Sinner divenga numero uno, e ci sono tante possibilità, quel tipo di traguardo raggiunto va pesato. Considerando la portata del tennis, il numero di praticanti, il fatto che dal 1973 al 2024 non ci sia mai stato l’italiano numero uno, aggiungiamo che tra i primi 30 della classifica ATP ci sono 19 Nazioni e 4 continenti diversi, effettivamente se Sinner diventerà numero uno saremo al cospetto di un’impresa enorme per lo sport italiano in assoluto. È chiaro che magari la vittoria secca e la medaglia d’oro in determinati contesti prendono di più, mentre arrivare al numero uno comporta una serie di lunghi step progressivi“.

Attenzione perché in questo momento il fatto che Sinner sia il numero uno del movimento italiano conferma la salute di un movimento di cui lui è la punta. Aggiungo che nomi importanti del tennis nordamericano, allenatori prestigiosi che non sto a citare, si stanno complimentando a più riprese per quello che è diventato il tennis italiano, e hanno sottolineato come oggi l’Italia sia vicino ad essere uno dei primi paesi. Quindi si è fatto un lavoro importantissimo dalla base, considerando la provenienza di tutti gli atleti. Questo discorso di avere alle Finals il doppio maschile, il doppio femminile, la singolarista ed il singolarista è qualcosa, qualora venisse raggiunto, di epico, perché in tutta la storia del tennis ci è riuscito un solo Paese, e ci è riuscito poco meno di 20 volte ma soprattutto negli anni 70 e 80. Poi ha fatto più fatica. Parliamo degli Stati Uniti d’America, poi non c’è riuscito nessun altro Paese. È vero che i doppi ormai sono sovente composti da atleti di due nazioni, però il fatto che l’Italia sia in corsa per un traguardo di quel tipo secondo me è decisamente rilevante e andrebbe enfatizzato“, conclude.

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