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Atletica, il rebus della 4×100: c’è davvero spazio per Chituru Ali? Le prospettive verso le Olimpiadi

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Italia 4x100
Italia 4x100 / Lapresse

Campioni Olimpici a Tokyo 2020, vice campioni del Mondo a Budapest 2023, Campioni d’Europa a Roma 2024: l’Italia è una potenza indiscutibile con la 4×100 maschile, un riferimento in campo internazionale in grado di salire sul podio negli eventi di grandissimo spessore (nell’ultimo triennio sono mancate gioie soltanto nel 2022, quando Marcell Jacobs non era al meglio e i quartetti non avevano reso all’altezza delle aspettative).

Avere una staffetta veloce ai vertici è l’emblema della salute di un intero movimento e infatti il Bel Paese ha dominato il medagliere della rassegna continentale andata in scena allo Stadio Olimpico di Roma, conquistando addirittura undici ori e salendo sul podio per ben ventiquattro volte. Il quartetto si è imposto con l’eccellente tempo di 37.82: quarto riscontro cronometrico alle nostre latitudini, preceduto soltanto dal 37.50 con cui si trionfò ai Giochi, dal 37.62 valso l’argento agli ultimi Mondiali e dal 37.65 della semifinale iridata di Budapest.

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L’Italia ha inviato un importante messaggio all’intera concorrenza e si lancia con grande ottimismo verso le Olimpiadi di Parigi 2024, ma il responsabile della velocità Filippo Di Mulo avrà a che fare con graditi problemi di abbondanza. Ieri sera, infatti, c’era una grandissima assenza in pista: Chituru Ali, fresco argento continentale sui 100 metri con il tempo di 10.05 (quarto italiano all-time), non era della partita. Era una scelta concordata già da tempo, ma si può davvero rinunciare a uno sprinter di questo calibro?

Non sarà però facile inserire il titano comasco, perché oggettivamente il quartetto visto ieri nella capitale è stato encomiabile: impeccabile lancio di Matteo Melluzzo (10.45 con 0.145 di tempo di reazione dai blocchi e in curva), fantastico secondo rettilineo di Marcell Jacobs (8.98, il Messia sta iniziando a carburare…), pennellata di curva di Lorenzo Patta (9.34) e finale volato di Filippo Tortu (9.05, ma arrivando dritto, a braccia spalancate per esultare e senza buttarsi in avanti).

I cambi sono stati sontuosi ed è proprio questo uno dei punti di forza del gruppo, che comprende anche Lorenzo Simonelli e Roberto Rigali (impegnati in batteria, tra l’altro il lombardo era il primo frazionista ai Mondiali), Marco Ricci e Fausto Desalu (Campione Olimpico). Chituru Ali può al momento correre soltanto sul rettilineo, ma è un rebus complicatissimo: Jacobs non si può togliere dalla seconda frazione e Tortu è l’icona del lanciato finale, l’uomo del sorpasso sulla Gran Bretagna a Tokyo, lo sprinter che si traforma quando ha un bastoncino in mano e che davvero dà l’anima in staffetta.

Ipotizzando di inserire Ali in quarta frazione, occorrerebbe spostare Tortu: metterlo in terza al posto del solidissimo Patta, ormai diventato abilissimo nel fondamentale e fare tornare il sardo al lancio? Mettere il brianzolo in prima, sprecando però il suo lanciato? Paradossalmente la coperta è lunga e non la si può usare tutta (ci vorrebbe una 5×100…), sono tutte valutazioni da tenere in seria considerazione e spetterà a Di Mulo, insieme al DT Antonio La Torre, arrivare a una quadra in vista dei Giochi perché questa Italia ha tutte le carte in regola per conquistare un’altra medaglia a cinque cerchi e in fondo spera di poter fare lo scherzetto ai favoritissimi USA…

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