Seguici su

Basket

Basket: Italia, via positiva verso il Preolimpico. Fiducia per gli uomini di Pozzecco dopo Georgia e Spagna

Pubblicato

il

Danilo Gallinari
Gallinari / Ciamillo

Per l’Italia l’avvicinamento al Preolimpico di San Juan, Porto Rico, ha il volto del sorriso. O almeno lo ha per buona misura. Dopo la prova positiva, ma con alcune questioni da sistemare, con la Georgia, è arrivata una prova di particolare positività contro la Spagna in quel di Madrid, nella notte teoricamente destinata a celebrare Marc Gasol e il suo percorso agonistico.

Se il successo con la Georgia è giunto in condizioni di sostanziale capacità di erodere la resistenza avversaria, sfruttando anche una generale maggiore qualità tecnica (al di là dei rispettivi calibri maggiori), diverso è stato il discorso contro la Spagna. Capacità di far funzionare la difesa in momenti differenti della partita, un attacco in grado di girare e la variabile tattica costituita dalle molte qualità di Danilo Gallinari che potranno rivelarsi tema importante del viaggio verso Porto Rico. Va poi ricordato come l’Italia la partita madrilena l’abbia vinta sostanzialmente in condizione di “tutto contro”, dal momento che anche alcune decisioni arbitrali sono state, per così dire, discutibili. Tutto è però bene quel che finisce bene.

Gianmarco Pozzecco, verso San Juan, ha messo insieme una decisione chiara: Melli, Polonara e Gallinari come lunghi di riferimento. Il contributo di Danilo, come si diceva, potrà essere importante: del resto, in questa fase può rivelarsi seriamente un 5 atipico diverso da Melli, cosa che potrebbe creare tantissimi rebus nelle difese avversarie, costrette a evolvere ogni volta nel tentativo di fermare due giocatori così diversi. In una squadra che sarà basata in misura importante sul tiro da tre, questa dicotomia potrebbe avere un senso fortunato.

E proprio sul discorso piccoli bisogna concentrare il discorso. Nico Mannion, letteralmente rivitalizzato da Varese in campionato dopo che quasi tutto quel che poteva andare dopo Tokyo è andato male, ha confermato di avere l’obiettivo ben puntato verso la prossima settimana, e Spissu non si è rivelato da meno, ritrovando fiducia e punti sotto la guida di Pozzecco, che ben ne conosce le qualità e sa come metterle in pratica fin dai tempi lontani di Sassari.

A questo bisogna aggiungere il capitolo legato a Stefano Tonut e John Petrucelli. Se dell’uno sono note le qualità, una guardia che è nella sua miglior parte della carriera e per di più ha tutti i mezzi per interpretare il ruolo in una perfetta chiave europea, l’altro è stato spesso considerato meno del dovuto. Eppure a Brescia ricopre il ruolo di una tra le prime tre opzioni offensive in modo costante, a seconda delle situazioni. Sa benissimo di avere un ruolo differente qui, ma il suo contributo non lo fa mai mancare. Si parla tanto di naturalizzati, di chi sì e chi no. La situazione di Petrucelli non è quella del nome di grido: semmai, è quella del giocatore perfettamente funzionale agli obiettivi di questa squadra. O, in altre parole, al credo del suo coach.

Il vantaggio di quest’Italia è anche un altro: per nove dodicesimi questa è la stessa squadra che raggiunse la qualificazione olimpica in quel del Pionir di Belgrado tre anni fa. Un miracolo che ancora riecheggia, ma che fa capire anche un’altra cosa: questa è sostanzialmente la seconda chance di un vero e proprio gruppo. Che ha perso Simone Fontecchio, Gabriele Procida e Matteo Spagnolo per strada, ma che ha comunque interpreti che sanno cosa fare a vicenda. Una speranza, insomma, che vive eccome. E passa da Porto Rico e Lituania.