Formula 1

Carlos Sainz, la rivelazione shock: “Ho rischiato di morire a Jeddah”

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Carlos Sainz / IPA Sport

Una rivelazione shock. Carlos Sainz si è raccontato nel podcast “Nude Project“, partendo dai suoi inizi e come si sia avvicinato al mondo della F1, ispirato da campioni del calibro di Ayrton Senna, Michael Schumacher e soprattutto dal connazionale Fernando Alonso. Un racconto nel quale sono emerse anche le difficoltà di Sainz nel gestire il fatto di essere figlio di una leggenda del rally, ovvero Carlos Sainz Sr.

A dieci anni tutti mi prendevano a sportellate perché battere il figlio di Sainz era prestigioso. Fu allora che mio padre mi disse che in questo ambiente o mordi o vieni morso. In F1 tutti pensiamo di essere i migliori, se non si ha questa mentalità non si riesce a battere gli altri 19“, le parole del pilota della Ferrari.

Una stagione particolare per il madrileno, che al termine del 2024 lascerà la Rossa e dovrà trovare un nuovo sedile. Williams e Sauber potrebbero essere le alternative. Nel campionato corrente è arrivata un’affermazione significativa in Australia, specialmente per il modo in cui Sainz si era preparato al week end di Melbourne.

Il riferimento è all’attacco di appendicite che gli ha impedito di disputare qualifiche e gara a Jeddah (Arabia Saudita). Carlos ha rivelato particolari non noti e, soprattutto, ha ammesso di aver rischiato anche conseguenze peggiori: “Sono state le due sessioni più dure della mia carriera, su un circuito molto fisico, con curve velocissime. Non avevo mangiato, non avevo energie, ho sudato più del dovuto. Ho sofferto moltissimo“.

C’era la voglia di correre, ma i medici non erano d’accordo: “Mi hanno detto che se avessi proseguito e non mi fossi operato d’urgenza, avrei corso rischi molto più gravi, avrei persino potuto morire se l’appendice fosse scoppiata“. L’iberico fu poi sostituito dal britannico Ollie Bearman, impegnato nel campionato di F2, che concluse in maniera del tutto inaspettata al 7º posto pur avendo pochissimi riferimenti con la SF-24.

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