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Ciclismo, Bennati verso le Olimpiadi: “Bettiol dovrà avere fiuto. Percorso del Mondiale? Sembra una Liegi”

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Daniele Bennati
Bennati / Lapresse

A conclusione della rassegna tricolore dello scorso weekend in Toscana, abbiamo raggiunto telefonicamente il commissario tecnico della nazionale strada maschile Daniele Bennati per tracciare un primo bilancio di questa stagione e rivolgere lo sguardo verso i Giochi Olimpici di Parigi, dove la nostra Nazionale potrà schierare tre uomini. Il capitano sarà il neo campione italiano Alberto Bettiol, su cui il c.t ripone da sempre molta fiducia. Infatti proprio alla vigilia del Campionato Italiano Bennati – che già in tempi non sospetti lo aveva scelto per guidare la Nazionale nella prova in linea a Parigi in programma il 3 agosto – aveva detto: “Alberto non è mai stato così continuo“, arrivando a quota quattro vittorie tra il 13 marzo e il 23 giugno, tante quante ne aveva ottenute tra il 2014 e il 2023 seppur con risultati di rilievo tra cui il Giro delle Fiandre 2019 e la tappa di Stradella al Giro del 2021.

Ai Campionati Italiani hai ottenuto le risposte che cercavi?

“La risposta e la conferma di Bettiol è importante sia per lui che per me. Alberto è il nostro punto di riferimento, avevo un po’ di paura dopo la caduta allo Svizzera, invece devo dire di averlo visto in ottima forma e quindi vuol dire che ha recuperato bene. Può anche essere che questo piccolo stop gli abbia fatto solo che bene in vista del Tour de France prima e delle Olimpiadi poi. Rota, purtroppo, per il terzo anno consecutivo ha chiuso in seconda posizione, ma anche per lui è stata una conferma importante, non è un ragazzo che ha paura di attaccare da lontano e non in chiave olimpica ma in ottica Mondiale può essere un ragazzo interessante come lo è stato anche nelle passate stagioni. Zambanini ha fatto un’ottima corsa, è uno dei nostri giovani più interessanti e sono sicuro che negli anni possa togliersi qualche bella soddisfazione, sta crescendo bene ed è in una squadra (la Bahrain Victorious) che gli dà il giusto tempo per poter maturare”. 

Bettiol ha dimostrato un’ottima condizione e farà il Tour de France. Cosa ti aspetti da Alberto in chiave olimpica? 

“Non mi aspetto niente, per Alberto non era determinante la vittoria al Campionato per fare il leader a Parigi, ha dimostrato di avere una grande continuità e spero che al Tour possa godersi appieno la maglia di campione italiano – soprattutto visto la partenza da Firenze, nella sua terra – e poi spero che possa gestire le energie in ottica Olimpiadi”. 

Come si gestisce una gara olimpica con 3 corridori?

“Sicuramente è una gara completamente diversa, le squadre sono risicate e chi ne avrà di più avrà quattro corridori al via. Non starà a noi italiani dover prendere la responsabilità, ma nazioni come Belgio, Olanda, Slovenia e Danimarca credo possano controllare i primi 150 km di corsa e dopodiché sarà una gara individuale in cui bisognerà stare molto attenti, avere le giuste gambe e molto fiuto non avendo le radioline”. 

Che tipo di percorso troviamo a Parigi? 

“È un percorso lungo di 279 km, con partenza e arrivo sempre sotto la Torre Eiffel. I primi 225 fuori da Parigi saranno ondulati con alcune cote (la classica pianura francese) e queste saranno abbastanza impegnative. Ci sarà poi il rientro nel centro abitato con la salita di Montmartre di 850 metri non particolarmente impegnativa, dove la punta massima sarà al 10% e poi verrà affrontato il circuito per ben due volte (quindi la salita di Montmartre sarà fatta tre volte, ndr) e dopo l’ultima scalata ci saranno i 6 km lungo la Senna totalmente pianeggianti che porteranno al traguardo”. 

Hai sempre parlato bene di Tiberi, ora ha dimostrato il suo valore, così come Pellizzari. Abbiamo trovato due ragazzi che possono lottare per il podio nei Grandi Giri?

“Tiberi ha fatto un ottimo Giro ed è ancora molto giovane, se non avesse avuto il problema della doppia foratura ad Oropa sarebbe stato lì a giocarsi il podio con Martinez e Thomas. Pellizzari è ancora più giovane, ha faticato nella prima settimana, ma questo gli ha permesso di andare fuori classifica e di provare a centrare un successo di tappa. Nella terza settimana è andato davvero molto forte e questo è sicuramente un segnale incoraggiante per il futuro prossimo”.

Paradossalmente, nel breve e medio periodo adesso sembriamo messi meglio nelle corse a tappe che in quelle di un giorno… 

“Noi italiani facciamo sempre un po’ più fatica a maturare, ma non so bene per quale motivo, magari per caratteristiche culturali. C’è stato un cambio generazionale e adesso bisogna avere la giusta pazienza e lasciare ai ragazzi il tempo necessario per maturare”. 

Puoi raccontarci i percorsi degli Europei e dei Mondiali?

“Andrò a visionare il percorso degli Europei dopo le Olimpiadi, ma sembra un percorso abbastanza semplice dal punto di vista altimetrico a differenza di quello del Mondiale che assomiglia ad una Liegi”.

L’Europeo sarà una occasione per Milan?

“Sarebbe bello poter costruire una squadra intorno a Jonathan, però farò le valutazioni a Olimpiade conclusa, appuntamento molto impegnativo anche sotto il punto di vista mentale”. 

Ciccone potrebbe essere un nome per i Mondiali? E cosa non sta funzionando per Bagioli?

“Ciccone è un corridore adatto a quelle tipologia di percorso e quindi sarebbe uno dei ragazzi che potrebbe dare maggiori garanzie. Con Bagioli non ci ho ancora parlato nello specifico, sicuramente lo farò e cercherò di capire cosa non ha funzionato in questa prima parte di stagione, con la speranza di vederlo protagonista nel finale di stagione come lo scorso anno”. 

Il favorito per il Tour? 

“Pogacar, avrà sicuramente avversari più temibili rispetto al Giro, ma credo possa riuscire a centrare la doppietta Giro-Tour”.