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Ciclismo, l’Italia ha l’uomo da corse a tappe (Tiberi) e il velocista (Milan). In chi sperare per le gare di un giorno

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Jonathan Milan - Antonio Tiberi
Jonathan Milan - Antonio Tiberi - Lapresse

Dal grande buio che c’è stato negli ultimi anni (luci ad intermittenza come il podio di Damiano Caruso al Giro d’Italia nel 2021 e la vittoria di Sonny Colbrelli alla Parigi-Roubaix nella stessa stagione) adesso sembra aver trovato uno spiraglio l’Italia del ciclismo su strada al maschile.

Dal Giro infatti sono venuti fuori tre nomi che per il futuro saranno fondamentali. Per quanto riguarda le corse a tappe, che hanno avuto un buco generazionale nel post Nibali-Aru, ecco Antonio Tiberi, splendido quinto nella Corsa Rosa e vincitore della classifica dei giovani. Gran prova di forza la sua, per la prima volta nelle vesti di capitano ed eccellente nel gestire la pressione. Formidabile a cronometro, tiene bene in salita: è pronto per andare a caccia del podio.

Scalatore puro invece è Giulio Pellizzari, classe 2003: sempre all’attacco nell’ultima settimana, ha dimostrato di averne sulle montagne alla pari dei rivali (escluso ovviamente Tadej Pogacar). È pronto al salto di qualità nel World Tour, lo aspettiamo presto per vedere cosa potrà dare nei prossimi anni, con l’obiettivo ovviamente di migliorare nelle prove contro il tempo.

Non è una novità, ma è una conferma, con forse un’ulteriore crescita, quella di Jonathan Milan. L’Italia ha il proprio velocista di lusso: l’azzurro, trionfatore alle Olimpiadi di Tokyo con il quartetto, può dire la sua in qualunque volata ed è pronto a palcoscenici come il Tour de France. Tre vittorie di tappa, un’infinità di piazzamenti e la seconda Maglia Ciclamino consecutiva.

Per completare il cerchio manca solamente un uomo da classiche. Anche perché non abbiamo parlato delle cronometro, ma la certezza c’è e si chiama Filippo Ganna. Forse potrebbe essere lui il corridore da corse di un giorno: alla Milano-Sanremo lo ha già dimostrato, lo attendiamo la prossima primavera per giocarsi tutte le classiche, anche al Nord, da capitano. Luca Mozzato ha trovato il podio al Fiandre, ma non ha il motore adatto, almeno al momento per giocarsela con i vari van der Poel e van Aert, mentre Alberto Bettiol resta molto incostante. Tra i potenziali talenti è ancora riuscito ad esprimere tutto il proprio potenziale Filippo Baroncini, spesso fermato dalla sfortuna, mentre si è già messo in luce Francesco Busatto.

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