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Golf, DeChambeau prova la fuga allo US Open. Brutto giro per Francesco Molinari

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Bryson DeChambeau
Bryson DeChambeau - LaPresse

Bryson DeChambeau prova l’allungo allo US Open 2024. L’americano, già grande protagonista il mese scorso a Valhalla, si conferma in grandissima forma, e dopo l’unica vittoria Major arrivata proprio nel 2020 in questo torneo, a diciotto buche dalla fine guida la classifica con tre colpi di vantaggio. Per lo statunitense clamoroso giro in 67 colpi (-3), in un caldo sabato che ha sgranato la classifica: dopo 36 buche c’erano 14 giocatori racchiusi in tre colpi, e alla fine del moving day sono solo in quattro.

Si conferma terribile il campo N.2 del Pinehurst Resort & Country Club, domato ieri da colui che tira il drive più forte di tutti. Ma DeChambeau non è più solo questo, con il suo pirano di ‘boring golf’ (golf noioso) che sta funzionando alla grande, a discapito di un’indole da puro attaccante. Certo, visto che tutti vanno in difficoltà, se lo fai cinquanta metri più vicino al green degli altri sei avvantaggiato nel provare ad uscirci dai problemi. Il campione US Open del 2020 è uno dei tre giocatori delle ultime cinque partite ad andare sotto par, per arrivare ad un totale complessivo di -7.

Sono ben sei i i birdie realizzati da DeChambeau, indiavolato con il putt (11 volte ne ha giocato solo uno per chiudere la buca), per un vantaggio che poteva essere ancora più ambio senza il doppio bogey della sedici. C’è ancora però tantissimo golf da giocare, e Bryson non può certo dormire sogni tranquilli. A -4 infatti un trio pericolosissimo: Patrick Cantlay (70), Rory McIlroy (69) e Matthieu Pavon (69). L’americano vuole provare ad emulare il grande amico Xander Schauffele e vincere il primo major in carriera, anche se dopo un primo giro favoloso si è un attimo arenato, ma si è rimesso in scia del leader giocando un grande golf nelle ultime nove, dove tutti hanno perse colpi e lui le ha chiuse in -1 con il birdie alla 17 e otto par.

Il nordirlandese vuole tornare ad alzare al cielo uno dei quattro trofei più importanti della stagione golfistica dieci anni dopo l’ultima volta, è in perfetta posizione di caccia, anche se anche per lui i bogey alla 15 e alle 17 lo hanno riallontanato da DeChambeau, che era diventato improvvisamente vicino con i colpi guadagnati ai par 4 della 12 e della 14. Per Pavon sarebbe un trionfo assolutamente inaspettato, lui che solo da quest’anno gioca negli Stati Uniti ma è già stato capace di vincere in un campo come quello di Torrey Pines. Il francese ha occupato la vetta per le prime nove del pomeriggio di sabato, presa con un super putt imbucato sul green della sette. Poi è arrivato qualche errore anche per lui, che ha perso la scia del leader con due bogey alla 11 e alla 16 dopo i tre birdie della prima parte.

Giornata di umana difficoltà per Ludvig Aberg (73, +3), che soffre un attimo l’ultima partenza del sabato in un Major e dimostra di non essere semplicemente una macchina, ma ‘solo’ un golfista di qualità eccelse. Lo svedese sta comunque riscrivendo la storia, e non è tagliato fuori completamente dal discorso vittoria. Aberg occupa infatti la quinta posizione con il punteggio complessivo di -2, a cinque colpi dalla testa, in compagnia del giapponese Hideki Matsuyama. Per il classe 2000 partenza forte con il birdie alla 3, ma qualche sbavatura soprattutto dal tee, lo porta a perdere colpi alla 5 e alle 9. Il disastro per lui arriva al corto par 4 della 13, dove va in bambola con gli approcci e mette a segno un terrificante triplo bogey.

Aberg però ha qualcosa in più degli altri, indubbiamente, e su un percorso difficilissimo reagisce alla grande con il birdie alla 14. Per lui altro colpo perso alla 15, ma poi tre importantissimi par che gli permettono di avere ancora speranze per domenica. Settimo posto a -1 per Tyrrell Hatton (70) e Tony Finau (72), gli ultimi giocatori sotto par (dai 16 di ieri agli 8 di oggi). Chiude la top-10 a Pinehurst, in nona posizione pari con il par, un drappello di giocatori formato dal canadese Corey Conners (71), dal coreano Tom Kim (71) e dallo statunitense Collin Morikawa, il migliore di giornata con il suo 66 fatto registrare tra le prime partenze. Non lotterà per la vittoria Scottie Scheffler, incontrastato n.1 del mondo che per la prima volta in carriera realizza quattro giri consecutivi sopra par. Per lui 71 per un +6 totale che significa 42° posto pari merito.

Giro da dimenticare per Francesco Molinari, che dopo il miracolo e la scarica di adrenalina della ‘hole in one’ per superare il taglio non riesce ad essere incisivo. Difficoltà estreme per il torinese soprattutto con il drive, con l’azzurro che spesso si ritrovava nell’insidiosissima sabbia mista cespugli che gli ha quasi sempre restituito una palla messa male e solo da rimettere in gioco. Tante volte l’italiano si è ritrovato in bunker a dover fare approccio e putt per salvare il par, cosa che gli è riuscita davvero pochissimo. Il tutto si traduce in un parziale di +7 (77 colpi) e un totale di +12, per un 68° posto e una domenica a cui avrà ben poco da chiedere.

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