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Roland Garros

Iga Swiatek vince il suo quarto Roland Garros. Jasmine Paolini si ferma in finale dopo un grande cammino

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Jasmine Paolini
Paolini / LaPresse

Iga Swiatek è per la quarta volta campionessa del Roland Garros. Battuta Jasmine Paolini in una finale che ha avuto senso soltanto fino al sesto game, momento nel quale la polacca ha preso il suo abituale volo e non si è fermata più. 6-2 6-1 il punteggio finale, e per l’azzurra i tre game vinti sono anche (Naomi Osaka a parte) il terzo miglior dato contro la numero 1 del mondo. Meglio di lei solo Marie Bouzkova e Coco Gauff: la ceca e l’americana di giochi ne hanno vinti sei. Rimane comunque un torneo da ricordare per la toscana, che da lunedì sarà numero 7 del mondo e può correre con tranquillità per giocare le WTA Finals di Riyadh.

Seppure il primo game lo porti a casa Swiatek, Paolini fa chiaramente capire di essere in campo con la testa. E, del resto, anche l’entrata dagli spogliatoi con il sorriso in questo senso è un segnale. Jasmine s’issa sul 40-0, ma proprio da lì la polacca inizia a macinare tennis. Sul 40-30 c’è un rovescio appena largo, ma la palla break che la numero 1 si procura poco dopo viene cancellata dal nastro. A questo fanno seguito cinque gratuiti di fila di Swiatek. Poi, sul 15-30, magnifica costruzione del gioco dell’azzurra, che si procura due palle break, sul quale la polacca perde il dritto: 2-1 Jasmine. Il problema è che il controbreak arriva a zero, con una cosa a metà tra il passaggio a vuoto e il rovescio vincente in risposta della leader WTA sulla seconda. Sul 3-2 c’è un 30-40 delicato da gestire, ma il nuovo break arriva con un brutto doppio fallo, il primo. Quello che succede è che continua un parziale di 20 punti a 4 che consegna alla polacca il parziale d’apertura in 34 minuti.

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Sembra tutto continuare nel set successivo: sull’1-0 Swiatek si procura due palle break. Su quel 15-40, però, arrivano un ace, una bella prima e un valido punto di Paolini che tenta di tenere aperta la questione. La polacca glielo preclude, togliendole di nuovo la battuta e reinserendo la modalità computer. L’atteggiamento di Jasmine rimane comunque notevolmente lodevole, e vale per tutti il punto giocato e vinto sotto 6-2 4-0 30-15: riesce, in una delle rare occasioni, ad allontanare Swiatek, a prendere la via della rete e a giocare una belle volée di rovescio. Nonostante tutto, l’azzurra non demorde mai, riesce a evitare il 6-0 e, nell’ultimo game, non va lontana dal tentare di prolungare ancora un po’ il match. Non c’è però verso: si chiude dopo un’ora e 8 minuti.

Più che le statistiche del match, giocoforza impietose nonostante a Paolini entri il 67% delle prime contro il 62% di Swiatek, sono i record della polacca a lasciarsi guardare. La leader WTA, infatti, è la più giovane ad arrivare al quarto Roland Garros vinto con i suoi 23 anni e 8 giorni, nonché la seconda dopo Monica Seles a vincere tutte le sue prime cinque finali Slam. Inoltre, è la quarta a vincere uno Slam da quando ci sono i ranking WTA (1975) dopo aver salvato match point (Osaka) nel torneo, ed è anche, assieme al duo Navratilova-Evert, colei che meno game ha perso dagli ottavi alla finale per vincere: appena 11.

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