Atletica

Lorenzo Simonelli tra i migliori al mondo nei 110 hs: con il suo tempo alle Olimpiadi…

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Simonelli / IPA Agency

Io sono Monkey D. Rufy e diventerò re dei Pirati“. Questo è il motto di Lorenzo Simonelli, che ha fatto sua la frase pronunciata più volte dal protagonista dell’iconico manga One Piece. L’azzurro adora talmente tanto questo personaggio che è solito indossare il cappello di paglia che lo identifica e festeggiare i grandi risultati sportivi eseguendo la Gear Five, ovvero la mossa finale del pirata animato. Il parallelismo è molto semplice: come Rufy spera di diventare il re dei Pirari, il nostro portacolori vuole diventare il padrone dei 110 ostacoli.

Ieri sera si è laureato Campione d’Europa surclassando la concorrenza, ma il trionfo continentale è soltanto una tappa di passaggio per il 22enne laziale, che vuole scalare ulteriormente le gerarchie. A fare sognare in grande è il vertiginoso tempo con cui ha primeggiato allo Stadio Olimpico di Roma: 13.05 con 0,6 m/s di vento a favore, demolito di quindici centesimi il record italiano siglato un’ora e mezza prima in semifinale, miglior prestazione europea stagionale (stracciato il 13.20 del belga Michael Obasuyi, che aveva eguagliato nel turno precedente) e secondo crono mondiale dell’anno, ad appena due centesimi dallo statunitense Grant Holloway.

Lorenzo Simonelli ha scalato in maniera vertiginosa le graduatorie all-time: settimo in Europa (il record continentale è il 12.91 del britannico Colin Jackson, datato 1993) e 37mo al mondo. I margini di miglioramento sono però sconfinati per l’allievo di Giorgio Frinolli e non ci si ferma di certo qui. Questo riscontro cronometrico varrebbe una medaglia alle Olimpiadi di Parigi 2024 ed è per questo motivo che l’Italia sogna in grande, ancora di più che per il “semplice” titolo europeo (in passato il colpo riuscì soltanto a Eddy Ottoz nel 1966 e nel 1969, dunque non è che sia un sigillo abituale alle nostre latitudini…).

Diamo uno sguardo agli ultimi due Mondiali: nel 2023 lo statunitense Grant Holloway si impose in 12.96 a Budapest davanti al giamaicano Hansle Parchment (13.07) e al connazionale Daniel Roberts (13.09); nel 2022 fu sempre Holloway a troneggiare in 13.03 a Eugene, precedendo l’altro americano Trey Cunningham (13.08) e lo spagnolo Asier Martinez (13.17, era il Campione d’Europa uscente e a Roma non ha visto palla). E alle Olimpiadi di Tokyo 2020? Parchment sorprese Holloway (13.04 a 13.09), terzo il giamaicano Ronald Levy (13.10).

La carrellata cronometrica degli ultimi tre grandi eventi spiega la portata della prova offerta da Lorenzo Simonelli nella città eterna e davvero fa volare con l’immaginazione. Restando al 2024, Simonelli è secondo al mondo in mezzo a cinque statunitensi: Holloway (13.03), Daniel Roberts (13.11), Trey Cunningham (13.12), Cordell Tinch (13.16) e Freddie Crittenden (13.16) e poi c’è lo spagnolo Enrique Llopis (13.16 ieri sera, demolito nello scontro diretto).

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