Formula 1
Magari la F1 diventasse come l’Indycar! Negli Usa c’è un campionato 2024 da urlo, con tre mostri sacri in lotta per il titolo
Alla luce delle concomitanze del calendario motoristico e delle circostanze in atto, vale la pena di edificare un ideale ponte tra Formula 1 e Indycar. Domenica 23 giugno al Montmelò si disputerà il Gran Premio di Spagna, mentre a Laguna Seca andrà in scena il cosiddetto Grand Prix di Monterey. Sarà il giro di boa della stagione della massima categoria americana a ruote scoperte.
Perché il tema è d’attualità? Perché negli Usa, uno dei personaggi del momento è spagnolo. Chi segue l’ambito del motorsport riuscendo a uscire dalla bolla Ferrari, sa bene chi è Alex Palou e cosa sta rappresentando nell’ambito dell’Indycar. Il ventisettenne iberico ha vinto due titoli (2021, 2023) e, soprattutto, lo scorso anno ha saputo conquistare il campionato con una gara d’anticipo.
Si tratta di un qualcosa di eclatante in una categoria in cui tutti corrono con lo stesso telaio (cambia solo il motore, ma la scelta è tra Honda e Chevrolet) e il cui sistema di punteggio è studiato per tenere vivo il campionato il più a lungo possibile. Ebbene, in questo 2024 che in America sta appunto giungendo a metà del guado, si sta vivendo una situazione emozionante.
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Il già citato Palou, Will Power e Scott Dixon sono racchiusi in una manciata di punti. Sostanzialmente, sono alla pari. Anche qui, chi segue l’Indycar sa di chi stiamo parlando, mentre – a favore del lettore occasionale – è doveroso spiegare che Power e Dixon sono due autentici mostri sacri della categoria.
Il primo, australiano di 43 anni, ha a sua volta vinto due titoli. Il secondo, neozelandese ormai prossimo alle 44 primavere, di campionati ne ha conquistati sei. Peraltro entrambi si sono fregiati di un successo nella 500 miglia di Indianapolis, che vale tanto quanto (se non più) di un titolo.
Per fare capire cosa sta accadendo nell’Indycar, è come se in Formula Uno si arrivasse alla pausa estiva con Max Verstappen, Fernando Alonso e Lewis Hamilton tutti vicinissimi in classifica generale. È chiara, adesso, la grandezza di quanto sta succedendo oltreoceano?
Sarebbe questa la F1 auspicata da Liberty Media. Quella dove si può essere competitivi dai “-25” ai “+40” anni; quella governata dall’incertezza; quella dove l’egemonia di una stagione non prosegue anche in quelle successive e dove non c’è bisogno di riscrivere periodicamente le regole nel tentativo di avere equilibrio.
Vedremo cosa accadrà domenica al Montmelò e a Laguna Seca, nella consapevolezza che chi gestisce il Circus attuale – sotto sotto – vorrebbe avere una massima categoria automobilistica molto più simile a quella che, negli Stati Uniti, riesce a garantire divertimento ed emozioni con i fatti. Non solo a parole e intenzioni.