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Motomondiale, l’Italia è Bagnaia-dipendente? I ricambi dalle classi minori non si vedono

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Francesco Bagnaia
Francesco Bagnaia - Lapresse

Uno dei temi forti relativo alla stagione 2024 del Motomondiale è rappresentato dall’assenza di risultati di rilievo dei piloti italiani nelle classi formative. Un’anomalia, alla luce di quanto accaduto soprattutto in tempi recenti. Eppure, quest’anno, il piatto sta piangendo.

In Moto2 siamo al “deserto dei tartari”. Tony Arbolino sta vivendo il momento più complicato da quando è approdato nella categoria cadetta (2021). Celestino Vietti, la cui carriera è sempre stata caratterizzata da luci e ombre, non ha mai “toccato palla”. Dennis Foggia, protagonista per un biennio in Moto3, non ha ancora trovato la propria dimensione nella classe intermedia.

A proposito di Moto3, la situazione non è tanto migliore. I piazzamenti più prestigiosi sono stati firmati da Riccardo Rossi e Stefano Nepa, rispettivamente quarto e sesto nella stessa gara (il GP del Qatar). Si parla, però, di due veterani della categoria. Tra il Mugello e il Montmelò si è visto qualche barlume da parte dell’esordiente Luca Lunetta, relativamente quotato fra gli addetti ai lavori, ma la cui competitività futura è tutta da verificare.

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Mettendo insieme tutta l’Italia motociclistica di Moto2 e Moto3, non si ha traccia neppure di un podio in quattordici appuntamenti iridati. Persino le presenze fra quarta e sesta posizione si contano sulle dita di una mano. Uno scenario preoccupante in ottica futura? Non si può dar torto a chi aggrotta le sopracciglia pensando all’avvenire.

D’altronde i ricambi più quotati – ovverosia Arbolino, Vietti e Foggia – sono tutti in difficoltà pur essendo inseriti in strutture che negli ultimi anni hanno caratterizzato la scena della Moto2 (Elf Marc VDS Racing Team, Red Bull KTM Ajo e Italtrans Racing Team). Al di là dell’età anagrafica (compresa fra i 22 e i 23 anni), il treno “sta passando” soprattutto per i primi due, la cui esperienza cadetta è ormai notevole.

Quali possano essere le prospettive per ognuno di essi è impossibile dirlo. Fortunatamente, l’Italia può contare su una batteria di centauri venuti al mondo tra il 1997 e il 1998 in grado di garantire risultati di grido in MotoGP ancora per parecchi anni (Francesco Bagnaia, Enea Bastianini, Marco Bezzecchi, Fabio Di Giannantonio e Luca Marini sono tutti sostanzialmente coetanei). Un eventuale “buco generazionale” potrebbe dunque essere ammortizzato.

Resta da capire se qualcuna delle attuali seconde linee italiane “si ripiglierà” come si suole dire, oppure se durante l’invecchiamento della “generazione d’oro del 1997-98” bisognerà sperare nell’emersione di una nuova leva capace di ereditarne il testimone in un futuro a medio-lungo termine. Per adesso, ci si può godere l’epoca corrente, senza pensare troppo all’avvenire. A quello si penserà (un) domani.