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Nuoto
Nuoto, l’Italia diserterà gli Europei 2024. Tensioni politiche mai così alte
L’Italia del nuoto in vasca non ci sarà agli Europei di Belgrado che precedono di poco più di un mese i Giochi Olimpici di Parigi. Scelta plausibile, anche se inusuale per l’Italia che ha sempre partecipato con la Nazionale migliore possibile a tutti gli eventi internazionali anche nel caos delle ultime stagioni post Covid.
La collocazione degli Europei di nuoto esattamente in concomitanza con il Sette Colli, che è il meeting di nuoto più antico del mondo, organizzato dalla FIN e che quest’anno fa cifra tonda, compiendo ben 60 anni, non è affatto piaciuta alla Federazione italiana che ha deciso di non inviare la squadra del nuoto in piscina a Belgrado.
I motivi anche tecnici non mancano e sono del tutto accettabili: da tempo la Fin ha decretato il Sette Colli come ultimo evento qualificante per Parigi e dunque chi non ha ancora il tempo limite potrà tentare solo a Roma (dal 21 al 23 giugno) di centrare l’accesso ai Giochi. Questa situazione avrebbe tolto dalla lista dei convocabili buona parte degli atleti italiani che potevano essere protagonisti a Belgrado, detto che lo staff tecnico azzurro aveva già deciso di non inviare agli Europei gli atleti già qualificati per i Giochi per non intaccare la preparazione in vista dell’appuntamento più importante della stagione.
L’Italia invierà, invece, il contingente migliore sia per le gare di nuoto in acque libere che di tuffi che di nuoto artistico. Resta l’amaro in bocca per un evento in cui molti degli atleti italiani di seconda fascia avrebbero potuto essere protagonisti o addirittura primeggiare e invece non ci sarà questa possibilità per loro, che comportava anche l’incasso di una discreta cifra destinata a chi riesce a salire sul podio.
Sullo sfondo di tutto questo le ripicche, le polemiche più o meno velate tra l’attuale dirigenza della Len, capitanata dal portoghese Antonio Silva e il vecchio staff dirigenziale, capitanato dal presidente della LEN Paolo Barelli che ha guidato l’ente europeo fino al 2022. Una sorta di braccio di ferro che dura praticamente da due anni con l’attuale dirigenza continentale che non si è fatta troppi problemi ad inserire in calendario un evento che poteva essere tranquillamente collocato dopo i Giochi (sarebbe stato un buon modo per chiudere la stagione per coloro che non riusciranno ad essere protagonisti a Parigi) o un po’ prima nel mese di giugno per evitare la concomitanza col Sette Colli.