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Pagelle Europei atletica: Simonelli da medaglia olimpica, Jacobs non tradisce, Ali merita la 4×100

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Marcell Jacobs
Jacobs / IPA Agency

PAGELLE EUROPEI ATLETICA 

Sabato 8 giugno 

Francesco Fortunato, 7,5: agguanta con merito la prima medaglia internazionale individuale della carriera, approfittando di un paio di assenze importanti, tra cui quella del connazionale Massimo Stano. Per sognare una medaglia alle Olimpiadi servirà qualcosa in più, ma all’occorrenza sarebbe una pedina di sicuro affidamento anche in chiave staffetta mista a coppie.

Mattia Furlani, 8: a 19 anni conferma un talento smisurato e porta il proprio primato personale (non ventoso) a 8,38 metri. Si tratta di una misura che anche ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 potrà consentire di lottare per il podio, anche se non darebbe garanzia assoluta di salirvici. Come in altre occasioni, ad ogni modo, il giovane azzurro ha cominciato la gara con il botto al primo salto, salvo andare progressivamente spegnendosi: questo è l’aspetto su cui dovrà concentrarsi di più nelle prossime settimane. L’oro del greco Miltiadis Tentoglou oggi era fuori portata con la misura di 8.65.

Leonardo Fabbri, 8,5: un voto alto, ma non altissimo per un campione d’Europa. Il motivo? È rimasto mezzo metro sotto gli standard a cui ci ha abituato nelle ultime settimane. Oggi, nel Vecchio Continente, non ha rivali ed ha vinto con facilità come da pronostico. Come giustamente ha spiegato il toscano, il suo obiettivo sono gli americani: per batterli alle Olimpiadi, occorrerà sfondare (probabilmente non di poco) il muro dei 23 metri.

Lorenzo Ndele Simonelli, 10: stupendo, superlativo, sensazionale. Che fosse un talento puro e cristallino dei 110 hs era noto da tempo, ma oggi è letteralmente esploso su scala globale. Il 13.05 con cui ha trionfato è un tempo spaventoso: pensate che a Tokyo 2020 il giamaicano Hansle Parchment vinse l’oro in 13.04…Nel 2024 ha fatto meglio dell’azzurro solo l’americano Grant Holloway in 13.03, proprio colui che sconfisse l’inverno scorso Simonelli nei 60 hs ai Mondiali indoor. Ad ogni modo, l’Italia ha trovato una nuova carta da podio alle Olimpiadi di Parigi 2024. Peraltro con un ragazzo di 22 anni dal fisico straordinario e con margini di miglioramento ancora inesplorati.

Marcell Jacobs, 9: il Messia non tradisce e aggiunge un altro titolo ad un palmares sempre più sconfinato. Ci rendiamo conto cosa significhi avere il campione olimpico ed il bi-campione d’Europa dei 100 metri? È la gara regina dello sport in assoluto. Per la verità oggi il 29enne è piaciuto molto più in semifinale, quando aveva destato ottime sensazioni nella fase lanciata, rallentando vistosamente nel finale e chiudendo con un buon 10.05 che lasciava presagire un tempo inferiore ai 10 secondi nell’atto conclusivo. Così non è stato, anche a causa di un indurimento al polpaccio che non preoccupa nel lungo periodo, ma qualche grattacapo in ottica 4×100 lo lascia. Ad ogni modo, nonostante sia ancora molto distante dalla forma migliore, Jacobs resta il velocista migliore in Europa.

Chituru Ali, 8: firma il primato personale e agguanta un argento che profuma di punto di partenza. Possiede un fisico statuario e una fase lanciata di pregevole fattura. Dovrà ora tentare di scendere sotto il fatidico muro dei 10 secondi per entrare in una nuova dimensione anche a livello mondiale: ci riuscisse, allora anche la finale olimpica non sarebbe tabù. Ad ogni modo, una domanda sorge spontanea: l’Italia può permettersi di non schierare in staffetta il vice-campione d’Europa, capace di correre in 10″05? Ai tecnici la risposta…

Riccardo Orsoni, 7: cresce a vista d’occhio questo ragazzo del 2000. Una gara in rimonta nella 20 km di marcia e un 6° posto promettente.

Gianluca Picchiottino, 5,5: spavaldo in avvio, forse troppo. Prova a tenere il ritmo dei migliori nei primi chilometri, poi si ritira. Giusto averci provato.

Sveva Gerevini, 8: non ha vinto nessuna medaglia, ma è il simbolo di questa Italia che sta dominando l’Europa. Il suo approccio è lo specchio di questa Nazionale che dal 2021 sta collezionando trionfi in ogni dove: gagliardo, tenace, volto ad un continuo miglioramento. La 28enne lombarda si è battuta con una grinta fuori dal comune, inseguendo e superando i propri limiti: ne è scaturito il meritato premio del record italiano dell’eptathlon, aggiungendo 194 punti al precedente primato di Gertrud Bacher che resisteva dallo scorso secolo, per la precisione dal 1999! Sveva Gerevini ci fa capire perché l’Italia dell’atletica abbia svoltato rispetto a 10-15 anni fa. Le mere partecipazioni decoubertiniane sono ormai sempre più sporadiche, per non parlare dei viaggi premio. Ora si approccia il grande evento, sempre e comunque, con l’obiettivo primario di esprimere il massimo potenziale possibile. Ed i risultati parlano da soli.