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Rafael Nadal: “Sto ritrovando il piacere di giocare e divertirmi. Sul doppio con Alcaraz a Parigi…”

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Nadal / LaPresse

Rafael Nadal non vuole ancora stabilire una data esatta per il ritiro dal tennis professionistico e dà appuntamento ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, in cui andrà a caccia di una medaglia sui campi in terra battuta del Roland Garros sia in singolare che in doppio. Reduce dalla netta sconfitta al primo turno del Major francese contro Alexander Zverev, il maiorchino ha concesso un’intervista a L’Equipe facendo un punto della situazione sulle sue condizioni fisiche.

Ho l’impressione di ritrovare di nuovo il piacere di giocare, di divertirmi. Voglio darmi una possibilità di vedere se il mio fisico resta a questo livello o se è soltanto un momento passeggero e poi ricomincerà a peggiorare. Ho ripreso ad allenarmi una settimana e mezza fa, le sensazioni sono più o meno buone. Continuo ad allenarmi duramente, come se fosse la pre-season. Vedremo come andrà nelle prossime settimane“, dichiara il fuoriclasse spagnolo.

Sulla nascita della collaborazione con Carlos Alcaraz per il doppio olimpico: “David Ferrer mi ha detto: ‘Se ti senti bene, Carlos vorrebbe giocare in doppio con te’ . Ero contentissimo, non posso avere partner migliore. Il mio compito è cercare di essere pronto per raggiungere il miglior livello possibile prima delle Olimpiadi. Se Carlos sarà disponibile e io starò bene fisicamente, penso che sarebbe interessante allenarci insieme la settimana prima del torneo olimpico. Le Olimpiadi sono affari di squadra, i doppi sono importanti quanto i singoli. L’obiettivo finale è la medaglia“.

Sul suo futuro dopo le Olimpiadi: “Vorrei concedermi del tempo per vedere come mi sentirò dopo i Giochi. Poi vedremo che succede, quali decisioni prenderò. Ma sempre con grande serenità e con la soddisfazione di aver sempre fatto del mio meglio. E quando, alla fine, dovrò prendere una decisione, la prenderò senza problemi. Ho sempre detto che pensavo questo fosse il mio ultimo anno, ma non posso esserne sicuro, perché in fin dei conti non sappiamo quello che succederà nel futuro“.

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