Roland Garros
Roland Garros 2024: Alcaraz-Zverev la sfida che vale la prima volta. Errani/Paolini cercano il titolo nel doppio femminile
L’attenzione sarà doppia, si può ben dire, nel giorno che conclude un Roland Garros 2024 infestato, lungo tutta la prima settimana, da una pioggia che ha fatto impazzire i programmi. La seconda, però, è andata via senza problemi di alcun tipo, e siamo così alle battute finali dello Slam francese.
Attenzione doppia, si diceva. O almeno così è in casa Italia, perché alle 11:30, prima della finale maschile, ci sarà quella di doppio femminile. Dopo 10 anni, ci ritorna una coppia italiana, quella formata da Sara Errani e Jasmine Paolini. Quarta finale parigina di specialità per la bolognese, prima per la toscana, autrici di un grande percorso e imbattute da Roma. A proposito di quella finale, tre quarti delle giocatrici sono le stesse: l’unica differenza sarà data dalla compagna di Coco Gauff, dal momento che l’americana avrà al fianco la ceca Katerina Siniakova. Un confronto, questo, che vede le italiane non partire con il favore del pronostico. In ogni caso, ci sarà un duello nel duello, perché Errani e Siniakova sono le due più titolate in campo: 5 Slam (tutti con Roberta Vinci) per l’italiana, 7 (tutti con Barbora Krejcikova) per la ceca. Fatto particolare: per Gauff è la terza finale Slam con tre compagne diverse (prima sono state Caty McNally e Jessica Pegula). Una mattina, in sostanza, da seguire con attenzione, perché c’è in palio per la coppia tricolore anche il numero 1 della Race. Si tratterà, a prescindere dal risultato, del completamento di un Roland Garros che per l’Italia ha vissuto dei picchi complessivi forse mai realmente raggiunti a livello Slam, con una grande presenza in tutti i tabelloni unita all’importanza dei risultati.
Dalle 14:30, invece, sarà tempo di pensare alla finale maschile. La giocheranno Carlos Alcaraz e Alexander Zverev, con lo spagnolo che parte sì favorito, ma in svantaggio nei precedenti (4-5) nonché nei confronti Slam (1-2). Il discorso si ribalta, però, parlando di terra rossa, dove c’è un 2-1 a favore del murciano. Per Alcaraz tre set ceduti nel corso del torneo: ne ha lasciato uno all’olandese Jesper de Jong e due a Jannik Sinner in una semifinale nella quale per due volte si è trovato a dover rimontare. Zverev, invece, ha ceduto cinque parziali: due all’olandese Tallon Griekspoor (che lo ha letteralmente graziato), altrettanti al danese Holger Rune (con doppia rimonta) e uno al norvegese Casper Ruud in semifinale, prima che questi non fosse più in grado di essere realmente competitivo a causa di problemi importanti dalle parti dello stomaco.
Potrebbe dunque contare il tempo in meno speso dallo spagnolo in campo: 16 ore e 23 minuti contro le 19 e 27 del tedesco. In palio, per Alcaraz, c’è anche la possibilità di diventare il più giovane giocatore a vincere Slam su tre superfici diverse. Non solo: può scavalcare anche lui Novak Djokovic in seconda posizione nel ranking ATP (in attesa di difendere poi i punti del Queen’s). Quanto a Zverev, invece, può solo aspirare a tenersi la posizione numero 4, ma con un importante avvicinamento alla terza in caso di successo.
Per Alcaraz, l’atto pratico ricorda come in molti ritenevano questo lo Slam nel quale avrebbe potuto far proprio il primo Slam. Già nel 2022 in molti lo vedevano in grado di arrivare parecchio in là, solo che fu proprio Zverev a mettersi di mezzo. Quello stesso Zverev che, nel match successivo, subì il più grave infortunio della carriera contro Nadal. L’anno successivo si fermarono entrambi in semifinale, l’uno bloccato da guai di crampi, l’altro privo di energie dopo il miglior torneo proprio da quell’apparizione a Parigi. Adesso, per entrambi, e per ragioni diverse (nel caso del tedesco non solo tennistiche), la situazione è ancora più particolare, da chiusura del cerchio.