Tennis
Roland Garros, Lorenzo Musetti: “Credevo nel colpaccio, dal break Djokovic è riemerso”
Una sconfitta dal retrogusto amaro per Lorenzo Musetti. Il tennista di Carrara ha tenuto in campo Novak Djokovic per quattro ore e mezza, fino a oltre le tre del mattino, ma dopo essere stato in vantaggio di un set ha visto il numero 1 al mondo accrescere esponenzialmente il suo rendimento fino a lasciare le briciole all’azzurro, che ha dovuto così arrendersi al terzo turno del Roland Garros.
“Una delle partite più intense che abbia mai giocato in carriera – afferma l’allievo di Simone Tartarini in conferenza stampa – Alla fine la leggenda del campione quasi immortale è venuta fuori da quando mi ha brekkato al quarto. Peccato, la partita si era messa in una situazione in cui mi sentivo io il padrone in mezzo al campo, fino a quel momento credevo tanto nel colpaccio. Non che dopo non ci credessi più, ma da quando è riuscito a brekkarmi Djokovic si è tolto un po’ di catene da dosso, soprattutto in risposta e al servizio. Nel quinto ha servito a un livello assurdo per il tempo in cui siamo stati in campo. Ho pochi rimpianti, non ho ancora analizzato la partita ma il team è rimasto soddisfatto: oggi è mancata solo la vittoria“.
Ancora pungolato sulla partita, Lorenzo non pensa che ci siano state delle mancanze da parte sua dalla metà del quarto set in poi: “Quando ha brekkato, in un game che non sono riuscito a chiudere da sopra 40-15, Nole ha avuto tanta fiducia e convinzione, anche dal lato fisico e mentale. Fino a quel momento lo vedevo un po’ più arrendevole, da quel momento in poi la sua energia ed intensità è riemersa. Sono calato, ma tanti meriti vanno a lui: ha vinto il migliore“.
Musetti sente comunque speciale l’appuntamento del Roland Garros: “Qui mi sento a casa, forse gioco il mio miglior tennis, lascio il cuore in mezzo al campo. Quelle con Djokovic sono due sconfitte amare ma fanno parte di esperienze: la cosa positiva è aver giocato dal primo all’ultimo punto, rimanere in campo quattro ore a questi livelli fa parte della mia crescita. Un test personale abbondantemente superato“.