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Roland Garros

Sara Errani e Jasmine Paolini sconfitte in finale al Roland Garros da Coco Gauff e Katerina Siniakova

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Jasmine Paolini, Sara Errani
Paolini, Errani / LaPresse

Sara Errani e Jasmine Paolini non riescono a portare a casa la finale di doppio al Roland Garros 2024. La coppia azzurra deve cedere a quella USA/Cechia (Repubblica Ceca) formata da Coco Gauff e Katerina Siniakova. 7-6(5) 6-3 il punteggio finale al termine di un confronto in cui la toscana, per larghi tratti, ha faticato a entrare in partita. Per le due azzurre resta però il secondo posto nella Race, cosa che le mette in ottima posizione per arrivare alle ATP Finals, nonché un notevole credito in vista delle Olimpiadi. Questo perché numerose coppie dovranno dividersi e riformarsi, con tutte le ovvie conseguenze del caso.

Il primo game finisce subito in lotta, ma con Paolini che riesce a salvare il proprio turno di battuta senza problemi di palle break. Sull’1-1, con Errani al servizio, la bolognese commette tre errori (tra cui un doppio fallo) che portano in serio pericolo la situazione; finisce per approfittarne Gauff alla seconda chance ed è 2-1 per lei e Siniakova. La possibilità del controbreak arriva subito, ma dopo uno scambio ben condotto da Paolini è Errani a sbagliare un (complicatissimo) smash. La bolognese, però, crea le premesse per un’altra opportunità, stavolta realizzata perché Siniakova non tiene la palla in campo. Sul 3-3 arriva un altro servizio perso da Errani, ma stavolta non tanto per sue responsabilità quanto perché la sua compagna, in un paio di occasioni, non si trova a essere efficace a rete. Succede, però, che sia di nuovo Siniakova a perdere la battuta, se non altro perché la cinque volte campionessa Slam di specialità s’inventa anche varie soluzioni importanti, come la gran risposta che porta sul 15-40. Sul 5-4 le azzurre vanno sul 15-30, ma la vera chance mancata è sul 30-30 con Paolini che scentra completamente la risposta a una delle tre seconde di Gauff. Non ci sono più altri reali brividi e si arriva, dopo 50′, al tie-break. Cominciano meglio Errani e Paolini, anche in virtù di una volée disastrosa di Siniakova nel secondo punto. Sul 3-1, però, Gauff tira addosso a Sara abbastanza perché la volée vada fuori controllo: 3-2. Tra varie vicende, le italiane arrivano fino al 5-3, ma le avversarie risalgono e vincono quattro punti di fila: 5-7.

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Si riparte ancora nel segno della battaglia aperta, con Gauff che per la prima volta si trova in difficoltà sul servizio. Quattro le palle break salvate, con la seconda che vede una volée di Errani fuori per una questione di neanche millimetri. Paolini va per la prima volta nei guai a propria volta, ma a differenza dei minuti precedenti è la sua compagna a commettere un paio di errori inusuali che costano lo 0-2. C’è però ancora vita per il doppio azzurro, che dopo un game ancora pieno di lotta sfrutta un paio di cose non bellissime di Siniakova, che va sempre a corrente alternata, ed è 1-2. La bolognese, però, ha un game a vuoto che sostanzialmente costa un altro break, che poi si trasforma rapidamente nell’1-4. Tutto sembra andare per il peggio, perché il sesto gioco comincia anche con lo 0-30. Di lì, però, le cose iniziano a cambiare, con Paolini che riesce a entrare nella partita e, nel settimo game, a trovare un paio di punti veramente d’alto livello con il dritto per il rientro sul 3-4. La situazione cambia di nuovo quando, sul 15-15, entra a Siniakova una volée di estrema fortuna. Di lì arriva di nuovo un servizio perso da Errani, il quarto su cinque, e nel giro di pochi minuti sono Gauff e Siniakova ad alzare le braccia.

Si conclude dunque così, nella mattina della terza domenica (perché ormai tale di fatto è), il Roland Garros in chiave italiana. Uno Slam che ha visto soddisfazioni notevolissime sotto ogni punto di vista. Le finali di Jasmine Paolini da sola e in coppia con Sara Errani, quella di doppio maschile raggiunta da Simone Bolelli e Andrea Vavassori. E poi la semifinale con annesso numero 1 al mondo di Jannik Sinner, che questo Slam non è andato tanto lontano dal non giocarlo del tutto. Senza dimenticare la semifinale junior di Lorenzo Carboni e, in doppio, la finale di Federico Cinà. Un’Italia, in sostanza, che da Parigi ha raccolto un numero impagabile di sorrisi.

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