Combinata nordica

Sport Invernali. A che gioco sta giocando la Fis? Comitati organizzatori scontenti, Mondiali a rischio. A pensar male si fa peccato, ma…

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Federico Pellegrino LaPresse

Soffre, la Fis. Soffre tremendamente. A breve s’offrirà anche, nel senso di fare la questuante con i comitati organizzatori. La situazione dei Mondiali si sta facendo sempre più complicata, in quanto si stanno generando crisi in ogni dove, seppur sempre per la stessa ragione. Quella che, cinicamente e malignamente, muove il mondo. I soldi.

I contratti proposti a chi ha ottenuto di ospitare le edizioni iridate 2027 non sono stati giudicati soddisfacenti. Sia Crans Montana (sci alpino) che Falun (sci nordico) hanno rigettato accordi che avrebbero già dovuto essere sottoscritti. Si parla di Paesi quali Svizzera e Svezia, dove non mancano gli investimenti e l’interesse attorno alle discipline in questione.

Però, evidentemente, quanto sta accadendo dietro le quinte è molto serio. Mai si era arrivati a meno di 3 anni da una manifestazione del calibro dei Mondiali senza che vi fosse la certezza del suo svolgimento. Attenzione, non è una questione legata al clima, bensì a dinamiche di carattere politico-economico. Banalmente chi deve organizzare gli eventi vuole garanzie, ma la Fis fa orecchie da mercante.

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Anche per questo, in Finlandia, c’è chi è molto dubbioso relativamente alla possibilità di avere i Mondiali di sci nordico 2029. Lahti era l’unica candidata, cionondimeno è in stand-by. La municipalità, memore delle perdite economiche verificatesi in occasione dell’edizione 2017, non è convinta di imbarcarsi in questa nuova avventura. Proprio perché, di garanzie, non ce ne sono. I mondiali di sci alpino 2029 sono invece stati assegnati a Narvik, almeno in linea teorica. Perché con i norvegesi non si scherza ed è un attimo entrare in contrasto con loro.

Il (contestato) presidente Fis Johan Eliasch fa spallucce e afferma che se Lahti dovesse tirarsi indietro, si comincerà a lavorare sul piano B. Quale di grazia, se non vi erano altre candidate? Si andrebbe, eventualmente, ad assegnare la manifestazione ad altri, vedendosi costretti a muoversi al ribasso?

Sullo sfondo di tutto ciò, non bisogna dimenticare come l’ambizioso progetto dei Fis Games non sia stato abbandonato, nonostante la prima edizione – che avrebbe dovuto tenersi quest’inverno – si sia rivelata un castello in aria. Però ci si vuole riprovare nel 2028.

Dunque, spontaneo sorge il dubbio. Pragmatismo e logica non suggerirebbero di curare quanto sta soffrendo, anziché creare qualcosa di nuovo? A meno di non voler agire deliberatamente in maniera tale da creare difficoltà a una manifestazione (i Mondiali) allo scopo di propugnare la causa di un’altra (i Giochi sotto la propria egida). Solo un brutto pensiero? Oppure c’è un fondo di verità?

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