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Ciclismo

Tour de France, Magrini: “Pogacar favorito n.1. Pellizzari tra i giovani migliori, Tiberi ha margini”

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Riccardo Magrini

In un periodo così intenso di corse, abbiamo colto l’occasione per stilare un bilancio di questi primi mesi di corse, riflettere sull’imminente Tour de France e una seconda parte di stagione ricca di grandi eventi insieme alla voce del ciclismo di Eurosport Riccardo Magrini, impegnato la scorsa settimana ai microfoni di Discovery con il Giro di Svizzera dopo essere anche stato applaudito presentatore della 24h Castelli di Feltre organizzata dal Pedale Feltrino con a capo Ivan Piol.

Facciamo un piccolo passo indietro: il weekend del 7/9 giugno sei stato uno dei presentatori della 24h Castelli di Feltre, un edizione da record con oltre 16.000 persone tra il pubblico. Che idea ti sei fatto? 

“È stata una bellissima idea da parte degli organizzatori, Ivan Piol insieme a sua moglie Anna e da parte dello storico sponsor Castelli. Un evento che per l’80% è goliardia pura attraverso le squadre in cui emergono gli aspetti di amicizia e condivisione, mentre per la restante parte emerge la vera competizione dove in 24h le squadre si danno grande battaglia. La media è stata veramente alta, oltre 41 km/h in 24h, e questa la dice lunga sullo spirito della manifestazione e sul percorso che hanno disegnato all’interno del centro di Feltre. Quella di quest’anno per me è stata la prima volta, perchè spesso in concomitanza con le corse del calendario ciclistico internazionale, ma spero di poterci tornare anche l’anno prossimo”. 

Si avvicina uno dei Tour de France più attesi degli ultimi anni: Pogacar è il favorito nonostante le fatiche del Giro?

“È il favorito numero uno, nonostante ci siano corridori qualitativamente molto forti”. 

Considerando le incognite di Vingegaard ed Evenepoel, Roglic sembra l’avversario più attrezzato per Pogacar, anche se ha sempre avuto qualcosa in meno. C’è un rivale credibile?

“Roglic, Evenepoel e Vingegaard sono i rivali più accreditati per Tadej, ma c’è anche Bernal che ha recuperato bene e sta trovando il giusto colpo di pedale. In teoria, almeno sulla carta, esistono cinque squadre con i propri leader che comanderanno la corsa e questo aumenterà lo spettacolo anche perché potranno esserci degli sviluppi molto interessanti in gara durante le tre settimane”. 

È un’ipotesi pensare che Pogacar possa puntare a vincere quest’anno Giro, Tour e Vuelta?

“La Vuelta non credo che sia nei suoi programmi. Dovesse vincere il Tour credo che poi punterà ai Campionati del Mondo di Zurigo e il Giro di Lombardia sul finale di stagione che è sicuramente una delle corse che più si addice allo sloveno. Giro, Tour e Vuelta potrebbe magari essere un’ipotesi per l’anno prossimo, ma al momento è ancora presto per pensarci; in tal caso dovrà fare un calendario più riservato per i tre Grandi Giri per tentare un record mai raggiunto nella storia del ciclismo”. 

Che idea ti sei fatto di Antonio Tiberi al Giro d’Italia? In futuro sarà lì a giocarsela per vincere le corse a tappe? Ha margini di miglioramento?

“Tiberi ha sicuramente margini di miglioramento. Al Giro ha colto un ottimo piazzamento e ci si aspettava qualcosa da lui, quindi aveva anche un po’ di pressione addosso. Senza la foratura nella tappa di Oropa, probabilmente sarebbe stato in grado di lottare per il podio. Antonio ha corso bene al Giro ed è stato l’unico degli uomini di classica a provare ad attaccare Pogacar e questo ha dimostrato grande carattere”. 

Pellizzari ha destato un’ottima impressione: pensi che i Grandi Giri possano essere nelle sue corde? 

“Lo ha dimostrato facendo un Giro d’Italia sofferto e si è messo in mostra nell’ultima settimana, che solitamente è quella che crea maggiori problemi in un corridore. È sicuramente uno dei nostri giovani più promettenti per il  futuro e dall’anno prossimo sarà alla Bora-Hansgrohe, squadra che per lui sarà fondamentale per fare un ulteriore salto di qualità avendo anche in squadra corridori come Roglic e Hindley che saranno sicuramente dei grandi maestri per lui, e questa non è una cosa di poco conto. La VF Group Bardiani CSF Faizanè è stata certamente una squadra importante per la crescita di Giulio”. 

E Piganzoli invece? 

“Piganzoli è un regolarista, lo abbiamo visto far parte dei corridori subito alle spalle di Pogacar al Giro, ma è un ragazzo ancora da valutare. Davide ha delle qualità per le corse a tappe, ma bisognerà vedere con il tempo”. 

Milan ha un grande potenziale, ma sbaglia ancora tanto: come correggere certi errori?

“Milan è giovane e quindi come tutti ha ancora da imparare e fare esperienza. Per me Milan è qualcosa di più di un velocista e con il tempo lo dimostrerà, ad esempio lo vedo molto bene anche per le Classiche del Nord”. 

Sembra che qualcosina si stia muovendo per l’Italia nelle corse a tappe, meno in quelle di un giorno: un esempio è quello di Bagioli che in questa prima parte di stagione ha corso al di sotto delle aspettative… 

“Bagioli dopo il cambio di squadra mi aspettavo sicuramente qualcosa in più, al momento i risultati non sono alle altezza delle aspettative, ma magari in questa seconda parte di stagione ci stupirà”. 

Chi è il favorito per la prova in linea ai Giochi Olimpici di Parigi?

“Van der Poel”.

Ganna può vincere la cronometro delle Olimpiadi, oppure Tarling ed Evenepoel hanno qualcosa in più?

“Ganna è la nostra speranza essendo stato anche Campione del Mondo di specialità, ma è anche vero che la concorrenza è molto alta a partire proprio da Tarling ed Evenepoel. L’ultimo campione olimpico nella prova contro il tempo è stato, Roglic ma è altrettanto vero che negli ultimi quattro anni c’è stato un forte progresso nelle cronometro da parte dei corridori. Un altro nome che può essere tra i favoriti è l’elvetico Küng”.

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