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Volley femminile, Italia da polveriera a miniera d’oro! Velasco fa subito centro tra provvidenza e magnifica ossessione

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Italia/Fivb

Undici mesi fa l’Italia del volley femminile era una polveriera. Sospesa tra una gestione discutibile e una marea di individualismi, tra un non intervento e qualche mania di protagonismo, la squadra azzurra entrò in un tunnel che provocò un mancato podio nell’Europeo in casa e la mancata qualificazione olimpica nel torneo in Giappone. Un anno dopo la polveriera si è trasformata in miniera d’oro e non era impresa semplice riuscire a rimettere a posto i cocci che erano sparsi un po’ ovunque.

L’impressione, fin da subito dopo il disastro di risultati e di gestione dell’estate passata, fu che solo un uomo poteva riuscire a rimettere i tasselli del mosaico azzurro al loro posto e rispondeva al nome di Julio Velasco. L’uomo dei miracoli della Generazione dei Fenomeni ha affrontato un’avventura piena di incognite partendo dall’umiltà di circondarsi di colleghi dalle personalità forti, non certo dei “signorsì” come Massimo Barbolini, che la Nazionale l’ha allenata in passato, anche con ottimi risultati e della pallavolo femminile conosce ogni risvolto e come Lorenzo Bernardi che alla pallavolo femminile si è avvicinato da poco ma è uno che impara in fretta, oltre a Manu Leggeri che ha in bacheca, tra le altre cose, un titolo mondiale e conosce le dinamiche di spogliatoio dell’alto livello femminile meglio di ogni altro.

Julio Velasco ha iniziato a vincere qui, nella scelta dello staff, nella emanazione e applicazione di regole certe, valide per tutte colo che fanno parte del gruppo, che il nome inizi per A o per B, per D o per E. Ha richiamato chi lo scorso anno non c’era, è ripartito da un gruppo che aveva vinto un Europeo e conquistato un bronzo Mondiale dopo la delusione olimpica e, con questo gruppo, si è fissato degli obiettivi, soprattutto tecnici. Migliorare la fase cambio palla, lavorare per rendere sempre più efficace il sistema muro-difesa, crescere il livello del servizio, limitare gli errori gratuiti, aumentare l’efficienza in ricezione e in attacco. 

E’ bastato un mese e mezzo e quello che era embrione nelle prime uscite della VNL, ha fatto presto a crescere, diventando un meccanismo quasi perfetto nella final eight della VNL. Le partite con USA, Polonia e Giappone sono tre gemme purissime da trasportare direttamente a Parigi da fissare come standard da cui partire. I numeri parlano chiaro: questa Italia se gioca con l’intensità messa in campo a Bangkok, è un osso duro per tutti.

Velasco, o chi per lui, è riuscito ad infondere nelle ragazze quella fiducia di cui avevano bisogno, quella mentalità che caratterizza le squadre vincenti. Non può essere un caso la crescita tattica di Orro, che ha pure vinto il premio di miglior alzatrice della final eight, di cui anche le sporadiche imprecisioni si notano meno, non sono un cso i pochi errori di Egonu che, invece di regalare punti alle rivali, andando a cercare traiettorie impossibili, sceglie il pallonetto o la palla spinta che, dalle altezze che raggiunge, fanno spesso male lo stesso. Non può essere un caso che Sylla riceva, difenda e attacchi con una continuità invidiabile, come non può essere un caso la crescita esponenziale di Degradi, ora giocatrice completa oppure l’efficacia degli ingressi di Giovannini soprattutto sui fondamentali di seconda linea.

La “magnifica ossessione” sta per tornare ad aleggiare sul cielo del tecnico argentino, che forse non credeva più di poter avere una chance per togliersela dalle notti più buie e tempestose.  Due volte, sulla panchina dell’Italia, i sogni si trasformarono in incubi, da ieri si sogna di nuovo ed è arrivato il momento di rimettere le cose a posto o quantomeno di provarci. A Parigi, per una Nazionale che la semifinale olimpica non l’ha mai giocata, anche solo quello potrebbe essere un grande traguardo ma ieri sera una volta di più Velasco e il suo clan hanno dimostrato a loro stessi una volta di più quanto sia bello vincere e accettare altri risultati che non siano la vittoria non è contemplato in casa azzurra.

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