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Wimbledon 2024, i favoriti. Duello Sinner-Alcaraz, ma l’erba chiama in causa diversi outsider. E l’ombra di Djokovic…

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Sinner / PA Wire/PA Images / IPA Sport

Potrebbe essere una corsa a due tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. O potrebbe inserirsi Novak Djokovic. Alla mattina di giovedì non sono ancora ben chiare, fondamentalmente, due cose. La prima riguarda, chiaramente, la partecipazione del serbo, che potrebbe cambiare le carte in tavola. La seconda è direttamente legata alla prima: cosa può essere del sorteggio?

La spiegazione della seconda domanda è chiaramente legata a un fatto. Qualora Djokovic rimanesse in gioco, la testa di serie numero 2 sarebbe lui, e assumerebbe importanza fondamentale comprendere il lato di tabellone di Alcaraz, che come testa di serie numero 3 potrebbe a quel punto capitare alternativamente dal lato di Sinner o da quello del serbo. Rimane che la decisione del 24 volte campione Slam dovrebbe arrivare prima di domani mattina, cioè prima dell’esecuzione del sorteggio stesso. Questo, evidentemente, al fine di evitare pesantissimi guai di sbilanciamento del tabellone. Un tema, questo, che fu affrontato anche negli US Open 2017, quando Andy Murray, a causa dei già presenti guai all’anca, rinunciò a tabellone già compilato e lo sbilanciò pesantemente, con susseguente vespaio di polemiche.

In attesa di capire che cosa succederà con Djokovic, la cui presenza chiaramente sarebbe un elemento ulteriore cui prestare attenzione per tutti i motivi che sono già ben noti al mondo del tennis e che sono stati riassunti parecchie centinaia di volte, è evidente come molti riflettori siano puntati su Sinner e Alcaraz. Jannik affronta il suo primo torneo da numero 1 del mondo, ha perso solo tre partite (di cui due contro il murciano e una contro Tsitsipas) nel 2024, anche sull’erba ha dimostrato di saper sventare pericoli vari a Halle, è fondamentalmente in una posizione nella quale si può tranquillamente dire che sia l’uomo da battere oltre le ragioni del ranking. Lo spagnolo, invece, arriva forse con qualche incertezza in più pur con il Roland Garros in tasca. Sarà meno facile la sua difesa della finale: al Queen’s ha perso al secondo turno contro Jack Draper, e come il britannico di specialisti possibili che possono dargli fastidio ce ne sono. Uno, soprattutto, si trova in Italia e potrebbe essere un bel problema per tutti, di nome fa Matteo e di cognome Berrettini.

In questo quadro non si possono dimenticare gli altri. C’è una lunga schiera di outsider che, sull’erba, spesso sfugge al senso comune. E, più che di outsider, bisognerebbe correttamente parlare di quarto favorito quando si volge la testa al nome di Hubert Hurkacz: il polacco ha al suo attivo, sull’erba, mettendo per un attimo da parte il 2024, una semifinale Slam, un terzo e un quarto turno rimasti tali solo causa Djokovic, cinque top ten battuti. Il suo è davvero un nome da mantenere sotto la lente d’ingrandimento, più di quello di tante altre teste di serie importanti (i vari Zverev, Dimitrov e compagnia comunque erbivora). Altri ruoli di outsider possono trovarsi lontano dai primi 10. Due nomi su tutti: Tommy Paul, USA, vincitore al Queen’s, sempre più solido in questo 2024 sui prati, e Alexander Bublik, considerato anche il genio almeno pari alla follia del kazako che su questi campi sa però come governare. Una piccola idea forse spunta anche in chiave Italia, visto il rendimento: e se Lorenzo Musetti pescasse il miglior Wimbledon della carriera?

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