Atletica
Atletica, Marco Lingua: “Arrivo a 50 anni. Con Mei non sarei andato a lavorare. In Italia il martello non ha appeal”
Marco Lingua si sta rivelando un autentico highlander: a 46 anni ha vinto la gara di lancio del martello ai Campionati Italiani andati in scena a fine giugno a La Spezia, dimostrandosi davvero immortale dal punto di vista sportivo. Il contatore marcia verso numeri da record: diciotto tricolori in carriera (tra invernali ed estivi), il recente sigillo in terra ligure giunge a diciannove anni di distanza dalla prima gioia. Ricordiamo che il piemontese vanta un personale di 79.97 metri (a Bydgoszcz nel 2008), è stato decimo ai Mondiali 2017 e undicesimo agli Europei nel 2006 e nel 2018. In carriera vanta due partecipazioni alle Olimpiadi, a Pechino 2008 e Rio 2016.
Marco Lingua ha espresso tutta la sua soddisfazione per il recente risultato nell’ultima puntata di Sprint2u, trasmissione del canale YouTube di OA Sport: “Ai Campionati Italiani gli avversari potevano essere quasi tutti miei figli per età. Bello essere ancora là, mi sono divertito tantissimo: come faccio a invecchiare se sono sempre in mezzo ai giovani? Due settimane prima degli Assoluti avevo dimostrato che ero in condizione e la vittoria ai Campionati Italiani non è stata un caso, tra l’altro in quell’occasione non ero in formissima. Cerco sempre di allenarmi forse un po’ troppo duramente, azzardo un po’ a spingere pensando di recuperare e invece non sempre recupero, ma quando ce la faccio arriva sempre il lancione. Con il carico da lavoro e da vecchio ho vinto. Faceva caldo e c’era tanta umidità, eravamo un po’ tutti addormentati“.
Marco Lingua si è poi raccontato: “Io faccio parte della Guardia di Finanza e ho un bel lavoro, ma da dieci anni non faccio più parte del gruppo sportivo. Quando arrivo a casa non sono più freschissimo come prima, è più difficile e lo ammetto. Perché mi hanno escluso dal gruppo? Penso che abbiano voluto dare l’occasione a un giovane di allenarsi, io ormai ero già avviato e con sedici anni di lavoro alle spalle. Un giovane invece lo devi impostare e devi dargli una base, secondo me hanno fatto quel ragionamento lì e magari investire su specialità con più appeal, infatti in Guardia di Finanza non c’è più un martellista: non si fanno tante gare in Italia di martello, quindi non hai audience a meno che non prendi uno che fa 80 metri e fa i meeting internazionale come facevo io in passato. Io quest’anno ho fatto soltanto gare regionali e i Campionati Italiani. In Italia ci sono tanti meeting di livello, ma purtroppo la gara di lancio del martello maschile non c’è quasi mai e come fa un gruppo sportivo a lavorarci? A me e Vizzoni ci vedevano”.
Perché ci sono Sara Fantini e Rachele Mori al femminile? “Sono due talenti, non è che ne nascono tutti i giorni. La nostra specialità non crea interesse dal punto di vista mediatico, non c’è un personaggio che crea audience. Adesso anche se ci fosse un Vizzoni non sarebbe come anni fa, c’è sempre meno”.
Marco Lingua si toglie poi qualche sassolino: “Avrei voluto tanto essere in mezzo all’atletica di adesso, Stefano Mei non mi avrebbe mandato a lavorare: secondo me non mi mandava a lavorare. Elio Locatelli ha cercato di aiutarmi, ma purtroppo è mancato: non poteva vedere uno come me abbandonato. Questa atletica è bellissima e impressionante, non ho parole. Funziona tutto alla perfezione: è incredibile”.
Poi scherza: “Magari a 50 anni vinco ancora il titolo italiano“. Un ritorno sul passato: “Potevo valere 83-84 metri? Magari bisognava nascere in certi contesti dove ti davano attenzione, io mi sono sempre arrangiato e ho fatto l’atletica come la volevo fare io, altrimenti non sarei arrivato. O hai uno dei top allenatori al mondo o altrimenti è meglio che fai da solo, ma è andata bene così e ho fatto delle belle cose, fin che lanciavo lontano mi hanno tenuto”.