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Basket: Italia, c’è fiducia dopo l’esordio. Ora Porto Rico per una via meno pericolosa

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Parliamoci chiaro: quello della notte tra giovedì e venerdì (segnatamente, negli atti ufficiali, venerdì 5 alle 2:30) va considerato a metà tra il vero debutto ad alto livello dell’Italia al Preolimpico di San Juan e, contemporaneamente, come il primo vero match decisivo. Contro Porto Rico, infatti, gli azzurri di fatto si giocheranno la possibilità di avere (almeno in teoria e se tutte le cose procederanno a dovere, cosa non scontata visto l’ottimo Messico, anche se non vincente, della notte) una semifinale senza Lituania.

Si può tranquillamente parlare di debutto in pectore perché la prima partita di questo Preolimpico, quella contro il Bahrain (o Bahrein che dir si voglia) non si può certo definire indicativa. Troppo grande il divario tra le due selezioni, con la squadra di Gianmarco Pozzecco che ha semplicemente fatto il minimo indispensabile mostrando però una valida circolazione di palla, una buonissima forma di Melli e Gallinari e l’ampia disponibilità a stare in campo con profitto anche degli elementi della panchina. Segnali positivi che, in sostanza, andranno pienamente confermati.

Anche per capire il reale stato di forma di Porto Rico, che stanotte debutterà contro la selezione bahreinita (ed è scontato che il divario non sia tanto lontano da quello azzurro), servirà vederne le prestazioni contro la Nazionale azzurra. Il tutto anche perché la selezione portoricana, contrariamente a, in pratica, tutte le altre, ha scelto di non giocare nessuna partita di preparazione. Tradotto: è completamente da scoprire che cos’accadrà a una squadra che peraltro l’Italia conosce bene nelle sue evoluzioni, dato che l’ha affrontata in quasi tutte le ultime manifestazioni a livello globale.

Josè Alvarado, naturalmente, è il giocatore di riferimento. Il play dei New Orleans Pelicans, dove gioca quasi sempre in uscita dalla panchina, nell’ultima stagione NBA ha assommato poco più di sette punti di media in regular season, vedendo però scendere piuttosto drasticamente minuti e medie quando il gioco si è fatto duro, alias nei playoff.

Rispetto ai Mondiali 2023 è cambiato veramente poco. C’è sempre Jordan Howard, che giocò (e convinse) a Napoli nella stagione 2022-2023, e fu proprio lui il migliore in campo per i suoi nel match che l’Italia vinse 73-57 nelle Filippine per assicurarsi i quarti di finale iridati. Alcune chiavi importanti: concedere poco, in quota esterni, a Gian Clavell e Stephen Thompson, frenare Tremont Waters nel caso in cui il suo fiume di triple prese iniziasse a prendere il verso giusto (per lui; l’anno scorso lo fu per l’Italia, dato che terminò con 2/10). Conta anche, però, che vicino a canestro Ismael Romero sia giocatore che si può ampiamente tenere d’occhio. Il vero e grande problema sarà il sostegno del pubblico portoricano, un fattore che non potrà passare inosservato. Toccherà agli azzurri spegnere quel tipo di sostegno.

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