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Europeo e Wimbledon, la “domenica perfetta” della Spagna. Alle Olimpiadi saranno come sempre comprimari?

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Domenica 14 luglio 2024 è stata una giornata memorabile per lo sport spagnolo. Nel giro di poche ore, Carlos Alcaraz ha conquistato Wimbledon per il secondo anno consecutivo, dopodiché la nazionale di calcio ha vinto gli Europei per la quarta volta.

Quest’ultimo trionfo è peraltro carico di significati di portata storica. La Spagna è diventata in solitudine la nazione più vincente nell’ambito della manifestazione continentale, staccando la Germania dopo averla battuta nei quarti di finale proprio in un’edizione tenuta in terra tedesca. Una sorta di passaggio di consegne.

Così come è (forse) stato un passaggio di consegne quello tra Alcaraz e Novak Djokovic, sovrastato nella finale londinese. Vero che l’iberico aveva già piegato il serbo nel 2023, però sul filo di lana e non in maniera netta come accaduto ieri. Soprattutto, lo stagionato balcanico ha dimostrato nei mesi successivi come la sconfitta sull’erba britannica fosse stata un episodio.

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Nole si era preso la rivincita sul più giovane avversario a Cincinnati, vincendo poi lo Us Open e le Finals. A questo giro, invece, c’è una sensazione diversa. Quella che Djokovic possa ancora avere voce in capitolo, ma che essa sia sempre più flebile, dovendo fare i conti con l’ineluttabile legge biologica.

Tale dinamica la scopriremo solo nei prossimi mesi, partendo magari dai Giochi olimpici di Parigi 2024, dove il trentasettenne di Belgrado andrà alla caccia di una medaglia d’oro sinora sempre sfuggitagli.

A proposito. Ieri giornata memorabile per la Spagna, anche perché mai un Paese aveva festeggiato nello stesso giorno l’affermazione nel torneo tennistico più prestigioso in assoluto e nella manifestazione calcistica di riferimento del corrispettivo anno solare (ci andò vicina l’Italia nel 2021, quando tuttavia Matteo Berrettini si arrese proprio a Djokovic nella finale di Wimbledon). Però, cosa combineranno gli spagnoli a Parigi 2024?

Oggi ci sono titoloni sulle testate giornalistiche di ogni dove per la doppia affermazione iberica. Cionondimeno, se si va ad analizzare il bilancio della Spagna nell’ambito dei Giochi olimpici, ci si rende conto di come abbia complessivamente vinto 49 medaglie d’oro. All’Italia, che ne vanta più del quadruplo, è sufficiente uno sport (la scherma) per pareggiare i conti!

D’accordo, la Spagna è stata terzo mondo sportivo sino all’edizione di casa di Barcellona 1992 (dal 1896 al 1988 sono arrivate solo cinque medaglie d’oro), ma successivamente la Marcha Real non è mai entrata nella top-ten della hit parade degli inni più suonati durante i Giochi.

Dopo Barcellona, il movimento sportivo iberico non ha mai chiuso tra i primi dieci del medagliere. Tokyo 2021 si è peraltro risolta con uno striminzito bottino di 3 ori, tanti quanti quelli conquistati dalla Serbia, giusto per fare un paragone d’attualità.

Calcio e tennis sono sport seguitissimi in tutto il mondo, hanno una cassa di risonanza mediatica enorme. Tanti altri non godono della stessa popolarità e, di conseguenza, non hanno il privilegio di essere perennemente sotto le luci della ribalta.

Cosa accadrà a Parigi? Il 2024 sarà un annus mirabilis anche per il Comité Olímpico Español, oppure da quelle parti si dovranno “accontentare” di recitare la parte di comprimari a Cinque cerchi? Fra quattro domeniche, l’11 agosto, avremo la risposta.

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