Formula 1
F1, chapeau McLaren! Sei tornata l’auto da battere. Proprio vero che ‘il domani non muore mai”
La notizia del sabato del Gran Premio d’Ungheria è rappresentata dal fatto che la McLaren sia stata in grado di monopolizzare la prima fila dello schieramento di partenza. Tale dinamica non si verificava da quasi 12 anni, ovverosia dal Gran Premio del Brasile 2012, quando la pole position fu appannaggio di Lewis Hamilton, affiancato da Jenson Button.
All’epoca, Lando Norris e Oscar Piastri, rispettivamente primo e secondo quest’oggi, stavano entrando nell’affascinante mondo della pubertà! Questo da’ la dimensione di quanto tempo sia passato da allora. Domani, ormai diventati giovani uomini, il britannico e l’australiano si giocheranno il successo in terra magiara.
Si tratta della certificazione definitiva della rinascita del Team di Woking dopo una lunghissima traversata nel deserto, durante la quale era finito addirittura nelle retrovie dello schieramento. Da quanto tempo la McLaren non si proponeva come l’auto da battere al via di un GP?
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Non siamo ancora ai tempi in cui la struttura britannica dettava legge, ma vedere ambedue le monoposto color arancione davanti a Max Verstappen è notevole. D’accordo, siamo ben lontani dall’ipotetica detronizzazione del tiranno della F1 contemporanea, però questa McLaren può essere d’incoraggiamento per tutti.
Se questa squadra ha saputo risorgere dalle proprie ceneri, ci possono riuscire anche altre. Il riferimento alla Ferrari è palese. Per quanti anni “l’oggi” della McLaren è stato gramo in attesa di un futuro migliore?
“Il domani non muore mai” è il titolo di uno degli 007 più riusciti tra quelli con Pierce Brosnan nel ruolo di James Bond. Il motto vale per chiunque, anche nella F1 di oggi, compreso chi è in perenne difficoltà e non festeggia un Iride dal 2007 (dunque da più tempo del Team di Woking…).