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F1, la supremazia di Max Verstappen si è annacquata. Mondiale lottato? Manca un rivale fisso

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Max Verstappen
Verstappen Lapresse

Il Mondiale di Formula 1 ha archiviato la sua prima metà di stagione. Si sono disputate 12 gare su 24, nelle quali si sono imposte quattro auto differenti, guidate da sei diversi piloti. Niente male per una categoria che, non più tardi di dodici mesi orsono, era cloroformizzata dal dominio pressoché totale di Max Verstappen e della Red Bull.

A ben guardare, una fase ascendente così variegata non la si ammirava ormai dal 2013. Una volta cominciata l’era turbo-ibrida, il gusto non era mai stato così frizzante. Tanti monopoli, qualche duopolio e un’occasionale menage a trois. Un dinamismo come quello contemporaneo era diventato desueto. Dunque qualcuno si starà chiedendo: “C’è possibilità di vedere una lotta per il titolo?”

Sinceramente? Più no che sì. Ci sono diversi tratti in comune tra il Mondiale 2024 e il 2013. Oggi, come allora, c’è comunque un punto di riferimento assoluto. Non si tratta più di un satrapo spietato e implacabile, bensì di una sorta di tiranno gentile, almeno dal punto di vista matematico, la cui supremazia risulta meno asfissiante.

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Verstappen non firma più successi a raffica, ma se gli gira male è comunque sul podio. Soprattutto, per quanto non più devastante come nella seconda parte di 2022 e nel 2023, va sottolineato come da solo abbia vinto più di tutti gli altri avversari messi assieme (7 affermazioni per Super Max, 5 per il resto del campo partenti).

Mondiale combattuto? Magari ne riparliamo quando qualcuno sarà in grado di ripetersi. I vari Carlos Sainz, Lando Norris, Charles Leclerc, George Russell e Lewis Hamilton hanno tutti trionfato una volta a testa. La classifica iridata, peraltro, parla chiaro. L’olandese gode di 84 punti di margine sull’avversario più prossimo e ne ha 105 sul terzo.

Insomma, non è la dittatura del 2023, ma ci troviamo di fronte comunque a una situazione dove non esistono alternative a Verstappen, il cui 2024 sta assumendo contorni simili a quelli del 2001 di Michael Schumacher. La speranza è che quest’annata non evolva come il 2013, quando nella seconda parte di stagione Sebastian Vettel divenne pressoché imbattibile.

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