Formula 1

F1, l’autodromo di Monza potrebbe riportare in vita la mitica sopraelevata

Pubblicato

il

Parabolica Monza / Lapresse

Angelo Sticchi Damiani, nel corso di una conferenza stampa in cui si è parlato anche delle trattative con Formula 1 per il rinnovo di contratto del Gran Premio d’Italia a Monza, ha svelato l’esistenza di un progetto di ristrutturazione dell’anello di velocità dell’autodromo brianzolo. Ricordiamo che la “sopraelevata” ospitò la F1 in alcune edizioni del GP italiano fino al 1961, ma a causa delle sue condizioni non viene più utilizzata per gare ufficiali.

La pista di alta velocità, per me che sono una persona che ama molto la storia di questo circuito, rappresenta forse la cosa più iconica che c’è nell’autodromo di Monza. È stata teatro di storie straordinarie, bellissime. Quella pista è come un’enciclopedia da sfogliare. Per me è assolutamente necessario e importante che venga recuperata”, dichiara Sticchi Damiani.

Si tratta di un qualcosa di fattibile ed ancora possibile. In questi lavori, abbiamo infatti lasciato la possibilità di ricongiungere il rettilineo box con l’uscita e l’entrata della pista di alta velocità. C’è dunque la chance tecnica di collegare le due piste, la stradale e l’alta velocità, e aprire quel discorso dei 10.5 km percorrendo i due circuiti”, prosegue il presidente dell’ACI in un incontro di Confartigianato Motori.

F1: il GP di Monza è a rischio. Non c’è accordo sul rinnovo

Il lavoro più importante è quello di ricostruire la parte in cemento armato. Probabilmente si riuscirà a farlo anche senza demolire nulla. Sappiamo che è una struttura che ha 75 anni, più o meno. Ci sono dei ferri dal diametro molto piccolo. Col tempo hanno avuto un fenomeno di ossidazione, ad alcuni è saltato il copriferro ed ora sono a vista“, spiega il manager italiano.

Sulle possibili soluzioni: “Si stanno facendo valutazioni per capire se sia possibile recuperare con convertitori di ruggine questa armatura, proteggendola e rinforzandola anche con resine epossidiche, e tutto quello che oggi può offrire la tecnologia, per conservare e ristrutturare un’opera veramente straordinaria. Naturalmente va rifatta tutta la parte in asfalto e, soprattutto, le barriere. Oggi, infatti, sono bassissime e non hanno la capacità di tenuta. Serviranno barriere moderne, quali sono quelle attuali, e con la possibilità, appunto, di tenuta in caso di fuoriuscita di strada“.

Exit mobile version