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Fabio Fognini saluta Wimbledon: “Ai punti avrei vinto io. Grazie a Sinner in Italia non si parla solo di calcio”

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Fabio Fognini
Fognini / LaPresse

Un esito amaro per Fabio Fognini che avrebbe sperato di raggiungere per la prima volta in carriera gli ottavi di finale a Wimbledon. La sconfitta in cinque set contro Roberto Bautista Agut è difficile da digerire, specialmente se si pensa all’interruzione per pioggia quando Fabio era in vantaggio due set a uno e con l’inerzia dell’incontro a proprio favore.

Lo slittamento al giorno successivo ha un po’ cambiato le carte in tavola e il ko si è concretizzato: “Sono dispiaciuto perché ho giocato bene e sto giocando bene. Ma lo sport è così. Ai punti avrei vinto io, nella boxe avrei vinto io. Il tennis dà e toglie. Non ho nulla da recriminarmi perché è un set a parte dove non si può parlare di tennis perché era difficile giocare; lui è stato leggermente più solido e l’ha portata a casa. Nulla di più”, ha commentato Fognini in conferenza stampa.

Guarda il bicchiere mezzo pieno il ligure: “Dopo 3 anni che non giocavo su questa superficie mi sono divertito ed è stata la cosa principale. Ora mi rode un pochettino perché ieri ero un altro. Faccio fatica a fare l’analisi di un tie-break e di un set dove ha meritato più lui di me, io ero un po’ più teso. Questo sport è bello per questo, ma ti fa incazzare. Il dispiacere è non aver potuto concludere quello che ho fatto nel giorno precedente di bello. Ma rimane un terzo turno a Wimbledon e non ho recriminazioni. A punti ho giocato meglio, a tennis gioco meglio… Ho perso e va bene così, ha meritato lui“.

Sulla futura programmazione non si ancora cosa farà Fognini: “Un paio di idee ce le ho, una l’ho già detta a Flavia (Pennetta, ndr.) e ovviamente me l’ha bocciata (ride ndr.). Ma ripeto, gioco perché amo ancora questo sport e la competizione. Ma ho già dato“.

Un’ultima riflessione sul momento vissuto dal tennis italiano: “Ci stiamo rifacendo gli occhi dopo tanti anni con Jannik (Sinner, ndr.) e gli altri ragazzi. Abbiamo il n.1 del mondo ed è bello, perché finalmente siamo tanti e tutti parlano del nostro sport, cosa che prima succedeva di meno. Prima era Federer, Nadal, Djokovic, poi Djokovic, Nadal, Federer. Poi ogni tanto arrivava Murray o Wawrinka. Adesso però è bello perché da appassionato e da veterano di questo sport vedo la passione che ha portato Jannik in Italia. Quando ero io all’apice giocavo contro Andreas (Seppi ndr.) c’era quella competizione che ci motivava. Adesso li guardo invece e sorrido perché siamo in tanti nel tennis italiano, parlano in tanti di noi e lo fanno ovviamente soprattutto grazie a Jannik che sta facendo cose straordinarie. Ma è bello perché in Italia non è più tutto solo calcio, calcio, calcio, ma Sinner sta facendo sì che parlino tanto anche di tennis che è uno sport bellissimo e può appassionare tante persone“.

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