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FINALE A WIMBLEDON! Jasmine Paolini piega Donna Vekic al tie-break del terzo set dopo una lotta furibonda: il sogno continua!

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Paolini / LaPresse

Per la prima volta nella storia del tennis italiano una giocatrice azzurra giocherà nel secondo sabato di Wimbledon. Quello più importante, quello della finale. Jasmine Paolini, dopo una semifinale a tratti drammatica, durata due ore e 51 minuti, supera per 2-6 6-4 7-6(8) la croata Donna Vekic, riuscendo in un’impresa riuscita per l’ultima volta a Serena Williams nel 2016: giungere all’ultimo atto sia al Roland Garros che ai Championships. Ora l’attesa è per scoprire chi, tra la kazaka Elena Rybakina e la ceca Barbora Krejcikova, sarà dall’altra parte della rete per contendersi il Venus Rosewater Dish, il trofeo del torneo femminile.

Primo game, primi attimi di lotta vera con Vekic che cerca di far valere il proprio dritto. Servono otto minuti e una palla break annullata per chiudere il discorso, mentre la croata un chiaro piano ce l’ha: togliere il tempo a Paolini con il dritto e provare a entrare con vantaggio nello scambio ogni volta che può. Jasmine, ad ogni modo, i primi due turni di battuta riesce a tenerli, ma sul 2-2 le cose si complicano. Dal 30-15 gran punto ribaltato da Vekic, dritto in rete dell’italiana e altra palla break, che stavolta viene trasformata con un secondo dritto sotto il nastro e la croata in spinta. La nativa di Osijek semplicemente fa il possibile per impedire alla numero 7 del mondo di esprimere tutto il suo potenziale, e allunga ulteriormente sul 5-2 alla terza chance sfruttando una palla corta da cui non arriva una risposta in campo. Tenendo il successivo turno di battuta a zero, Vekic chiude anche il parziale.

Paolini, nel game d’apertura del secondo set, riesce a tirarsi fuori da una situazione di 15-30 con  i propri mezzi per interrompere la striscia negativa. Poi è lei a trovarsi sullo stesso punteggio ed è anche poco fortunata sul 30-30: Vekic scivola, ma il dritto va fuori e poi la croata tira il rovescio vincente lungolinea. Soffertissimo il terzo gioco: 30-30, doppio fallo, palla break, doppio contropiede di Vekic, ma il secondo è lungo. E il 2-1 arriva. La croata perde fiducia nella prima, l’italiana riguadagna morale e per salire sul 40 pari s’inventa una bellissima volée in allungo, ma c’è un ace a evitare il 3-1. Successivamente è ancora Paolini ad andare in difficoltà al servizio: due volte l’avversaria prova ad andarsene, in un’occasione spreca, ma il match rimane aperto. Sul 4-4 15-15 accade l’incredibile: schema palla corta-pallonetto della giocatrice di Osijek, difesa in campo dell’azzurra e dall’altra parte uno smash facilissimo si perde a metri dal campo. Risultato: Paolini velocemente sul 5-4. Non solo: Vekic non è più aiutata dalla prima, viene costantemente aggredita dalla toscana in risposta. Arriva il 15-40, e con esso due set point. Ne basta uno, con due rovesci uno più bello dell’altro e la chiusura a rete per il 6-4.

La croata prova a dar tutto all’inizio del terzo parziale, e lo fa bene, trovando subito il break alla seconda possibilità su dritto in rete della numero 7 WTA. Sebbene anche in questa situazione l’azzurra non sia in una situazione facile, anche perché Vekic i suoi turni di battuta tende a tenerli con facilità e velocità, i momenti di maggior rischio (come sul 3-1 30-30 e ai vantaggi) li gestisce ritrovando dritto e gioco di volo dei giorni migliori. La ventottenne di Osijek s’innervosisce, ha da dire con la panchina, sbaglia tanto, Jasmine colpisce profonda e le toglie il comando degli scambi da fondo. Risultato: controbreak con dritto in arretramento in rete, 3-3. Sbaglia però tanto anche la toscana una volta effettuato il riaggancio, e sul 15-40 le torna indietro una quasi risposta vincente che pur con ogni sforzo non rimanda nell’altra metà campo. La croata, però, si trova pressata più volte tra dritto, discese a rete incaute e doppio fallo che certo non l’aiuta. Subisce il break a 15, e stavolta Paolini tiene a zero il game che la porta sul 5-4.

E gli errori dall’altra parte arrivano ancora: c’è un match point, cancellato però da una gran prima difficile da tenere in campo. Tanto per cambiare, per trovare il 5-5 Vekic prende il nastro col dritto in avanzamento e ricade nell’altro campo. L’undicesimo gioco diventa un autentico thriller: la croata manca due palle break, Paolini non riesce a trovare la via per chiudere anche per merito di chi c’è dall’altra parte. Alla fine sono due errori della nativa di Osijek, entrambi certificati dall’Occhio di Falco, altrimenti detto challenge, a consegnare all’azzurra il 6-5 e alla croata una tensione che la porta alle lacrime. Arriva un secondo match point, ma Vekic lo cancella con un punto giocato in maniera magnifica. Si giunge così all’ultimo tie-break, quello lungo, a 10 punti. Il primo minibreak ce l’ha la croata per doppio fallo di Paolini, Un dritto largo (3-3) restituisce tutto. Il livello del tie-break si alza tantissimo, le due non mollano di un centimetro e di cedere punti al servizio non se ne parla. Fino al 9-8. Fino al terzo match point. Quello che Vekic vede andare fuori. Quello che Paolini, dopo 2 ore e 51 minuti, vede trasformarsi nella finale dei Championships.

In una giornata nella quale Paolini ha meno del solito dalla prima (67% contro un impressionante 83% di Vekic), e in cui in generale spesso la partita la fa la croata (42-57 per vincenti ed errori gratuiti contro il 26-32 dell’italiana), sono i dettagli a portarla in alto. Quei dettagli cui è sempre attenta, quelli che l’hanno portata a girare in maniera positiva due delle partite più importanti della sua carriera quando pochi osavano sperarci. Una è la finale del WTA 1000 di Dubai. L’altra è questa.

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