Olimpiadi
Giovanni Malagò: “Due giudici asiatici in finale, è normale che la gente gridi allo scandalo”
Una finale che lascia non poco amaro in bocca. Filippo Macchi ha chiuso al secondo posto l’ultimo atto del fioretto maschile alle Olimpiadi di Parigi 2024, ma più che di un argento conquistato dovremmo parlare di un oro sfuggito, non solo per demeriti dell’azzurro. Molto controverso infatti l’ultimo minuto di gara, sul 14-14, con un paio di decisioni prese dai giudici che veramente sono sembrate totalmente a favore del vincitore, l’atleta di Hong Kong Cheung Ka Long.
Non sono mancate le polemiche sia da parte dello schermidore azzurro, sia del tecnico azzurro Stefano Cerioni. In un secondo momento sono scese in campo le figure istituzionali come il presidente della Federazione Italiana Scherma Paolo Azzi ed il presidente del CONI Giovanni Malagò.
Il commento del numero uno dello sport azzurro: “Ci sono degli sport in cui si va con il centimetro e con il cronometro e andiamo meglio con quelli ultimamente. Poi ci sono degli sport e sono l’80% che vanno con i giudici, che sono indispensabili. Bisogna rispettarli, comprenderli, tanto più se c’è un ruolo istituzionale come il mio. Abbiamo fatto però una protesta ufficiale con il segretario generale della Federazione scherma. È inutile che andiamo sulla decisione della stoccata. C’è un errore di fondo che è assolutamente inaccettabile per la credibilità di questo sport: tra i due giudici uno veniva da Taipei e uno dalla Korea. Sono stati estratti a sorte, ma non puoi prendere gli unici due asiatici come il finalista. Senza parlare di cattiva fede. Tutte le polemiche che vengono fuori poi hanno fondamento. Siamo stanchi di questa situazione, anche se la protesta non verrà accolta”.
E conclude: “Ne ho visti tanti di arbitraggi in tutti gli sport che onestamente hanno fatto gridare allo scandalo e non sono piaciuti, per situazioni che vanno oltre la soggettività. Dobbiamo partire dal fatto che la gente non deve pensare male”.