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Giulio Ciccone e il dilemma Tour de France: tra un piazzamento anonimo e la gloria di una tappa

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Giulio Ciccone
Ciccone / Lapresse

Giulio Ciccone non è riuscito a tenere il passo dei migliori sul Galibier, la prima vera montagna del Tour de France scalata in occasione della quarta tappa. L’alfiere della Lidl-Trek si è staccato dai vari Pogacar, Vingegaard, Evenepoel, Ayuso, Rodriguez, Roglic, Landa e Almeida, giungendo al traguardo di Valloire con un ritardo di 2’41” dallo sloveno Tadej Pogacar. Il ciclista abruzzese, che aveva già concesso qualcosa sul San Luca a Bologna, occupa il nono posto in classifica generale con un ritardo di 3’20” dalla maglia gialla.

Giulio Ciccone sta cercando di fare classifica alla Grande Boucle, dove in carriera non è mai andato oltre la 31ma piazza del 2019, ma ha senso inseguire un piazzamento di poco prestigio in graduatoria? Anche se dovesse giungere una top-10 (estremamente difficile considerando la concorrenza), non conferirebbe un maggior peso alla carriera del 29enne, che anche al Giro d’Italia non è mai andato oltre la sedicesima piazza.

Sarebbe forse più logico uscire di classifica e andare a caccia di una vittoria di tappa? Vista la condizione di forma non sarebbe impossibile trovare una fuga da lontano e provarci in una delle tante tappe di montagna delle prossime settimane. Sarebbe anche ambizioso provare a conquistare la maglia a pois, ovvero il prestigioso simbolo del primato riservato al migliore scalatore, già indossato lo scorso anno sul podio di Parigi.

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