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Golf, British Open 2024: il percorso e le 18 buche ai raggi X. Si torna a Troon, seconde nove terribili
Ultimo major stagionale per il golf, con il più antico e forse più prestigioso dei quattro tornei più importanti. E’ la settimana del The Open, che a tutti gli appassionati italiani porta immediatamente la memoria al 2018 quando Francesco Molinari scrisse a Carnoustie la pagina più indelebile per il movimento golfistico italiano. Quest’anno si va sul mitico percorso del Royal Troon, e gli europei proveranno ad impedire l’en plein agli americani per quel che riguarda i successi major.
Siamo a Troon, località situata nell’Ayrshire meridionale. Il club è stato fondato nel 1878 ed è un luogo dove tutto può succeder. Il campo offre test molto diversi tra prime e seconde nove grazie al suo tradizionale layout di andata e ritorno. La prima metà del giro in genere gioca sottovento e offre molte opportunità di birdie, ma un test molto più impegnativo attende tutti i giocatori sulla via del ritorno alla clubhouse.
Buca 1: Seal – Par 4, 366 Yards
Se riesci a trovare il fairway generoso nella prima buca, allora l’inizio diventa relativamente semplice e si aprono subito le chance di birdie. Se invece giocatori lasciano che i loro nervi abbiano la meglio sul tee shot di apertura, questa buca mostrerà i denti. I bunker sul lato sinistro del fairway aspettano i drive più aggressivi, mentre i colpi mal posizionati a sinistra o a destra porteranno a un tiro di approccio difficile, dati i bunker sul lato del green sulla parte anteriore sinistra e destra del green. Come nel caso di ciascuna delle prime sei buche di Troon, sulla destra è presente la pittoresca costa dell’Ayrshire.
Buca 2: Black Rock – Par 4, 389 Yards
Ostacoli di sabbia più frequenti e ben posizionati rendono questo tee shot leggermente più ostico del precedente (primo comandamento sui links, evitare i bunker del fairway). Se ci finisci dentro diventa praticamente impossibile raggiungere il green in due, a causa della loro profondità. I giocatori precisi, tuttavia, verranno nuovamente ricompensati e potranno attaccare ogni posizione di bandiera su tutto il green. Le prime sette buche del Royal Troon di solito si giocano leggermente a favore di vento, offrendo diverse opportunità di guadagnare colpi.
Buca 3: Gyaws – Par 4, 376 Yards
I giocatori dovranno evitare che il burn (nome tipico dei links per definire un piccolo ruscello, una storia secolare per la nascita di questo nome, con la palla che se ci finisce dentro scotta il giocatore) serpeggia nel mezzo del fairway sul terzo. Se il colpo dal tee sarà preciso, altra grande possibilità di guadagnare un colpo in arrivo. Finora la buca 3 ha il green meno protetto in termini di bunker. Se i giocatori non saranno sotto il par nelle prime tre buche, non saranno contenti della loro partenza.
Buca 4: Dunure – Par 5, 599 Yards
Il primo par-5 sul percorso potrebbe rivelarsi la buca più facile del campo. I picchiatori dal tee saranno in grado di volare il bunker sulla destra del fairway e verranno lasciati con un approccio con un ferro medio in un green abbastanza generoso. Alcuni bunker sono sparsi intorno alle zone dove si può puttare, ma i giocatori sarebbero sfortunati se trovassero i loro colpi ingiocabili. Un cinque su questa buca sarebbe una delusione per molti.
Buca 5: Greenan – Par 3, 220 Yards
Prima vera buca complicata di un partenza che potrebbe regalare tanta fiducia. Ancora una volta, i giocatori che hanno la tendenza a sbagliare a sinistra avranno maggiori difficoltà, con una serie di bunker pronti a raccogliere palline e rendere complicato l’approccio e putt. Un ostacolo di sabbia ben posizionato rappresenta anche un pericolo per la parte anteriore destra del green. Importante non sbagliare il tee shot, se no il bogey potrebbe essere dietro l’angolo.
Buca 6: Turnberry – Par 5, 623 Yards
La sesta buca condivide il nome con un’altra famosa sede della Rota, che può addirittura essere vista da Troon. Dopo essere stata allungata di 20 metri, sarà la buca più lunga nella storia del The Open. Sebbene diventi una buca bestiale ogni volta che viene giocata controvento, di solito si gioca a favore ed offre una grande possibilità di birdie. Il drive è abbastanza semplice, ma la difficoltà sta nel secondo colpo. Se si decide di attaccare il green in due attenzione perché la superficie buona dove atterrare è molto lunga e stretta, un cambiamento improvviso rispetto alle cinque buche iniziali. I ferri lunghi sbagliati potrebbero portare a gravi conseguenze, giocandola in tre invece sarà fondamentale trovare il giusto settore del green, che presenta tantissime pendenze.
Buca 7: Tel-el-Kebir – Par 4, 403 Yards
La settima buca offre una vista sbalorditiva da un tee leggermente rialzato, ed è la prima buca del Royal Troon ad essere giocata direttamente lontano dal mare. Tel-El-Kebir non è una buca eccessivamente lunga, ma la sfida in questa buca è la precisione. Una serie di bunker sul fairway intimidiscono i giocatori dal tee, mentre il green è tra i più lunghi e stretti del campo. Nonostante i suoi numerosi pericoli, se giochi accuratamente questa buca sarai ricompensato con una buona possibilità di birdie.
Buca 8: Postage Stamp – Par 3, 123 Yards
La buca più famosa di Troon e una delle più iconiche nel mondo del golf. Sebbene sia un par 3 molto corto, può incutere timore anche nei migliori golfisti. Questa paura deriva da una serie di fattori, tra cui il solito vento contrario, le piccole dimensioni della superficie del green e i bunker profondi che la proteggono. Ci sono stati molti momenti famosi in questa buca, e anche molti famigerati. La buca misura poco più di 110 metri e potrebbe arrivare addirittura a meno di cento in una delle quattro giornate di gara.
Buca 9: The Monk – Par 4, 440 Yards
La chiusura delle prime nove non è così semplice e in genere segnala la fine delle buche a favore di vento a Royal Troon. Anche se abbastanza generoso dal tee, è uno dei par quattro più lunghi e il green è complicato con pendenze ad uscire da entrambi i lati. I giocatori che riescono ad evitare la coppia di bunker perfettamente posizionati a sinistra del fairway avranno solitamente un secondo colpo cieco al green, che a volte è difficile da fermare. Fai il par qui e preparati per una serie di buche incredibilmente difficili, a partire dalla 10.
Buca 10: Sandhills – Par 4, 450 Yards
I giocatori dai tee posteriori si troveranno ad affrontare uno scoraggiante riporto su grandi colline di sabbia, con difficoltà in attesa di qualsiasi colpo uscito male dal bastone. A seconda della posizione del tee della giornata, i giocatori potrebbero dover affrontare un primo colpo più semplice, ma ciò non rende il secondo più semplice. Giocato parecchio in salita su una stretta superficie rialzata che respingerà qualsiasi colpo anche di un metro a destra, questo green è disperatamente difficile da colpire anche con un wedge.
Buca 11: The Railway – Par 4, 498 Yards
Se Sandhills è difficile, The Railway ha l’onore di essere la buca più difficile del Royal Troon. Ancora una volta, è necessario un lungo volo di palle dai tee posteriori verso un fairway che gira leggermente a destra. La linea ideale prevede volare sopra i cespugli di ginestre e il coraggio di non lasciarsi scoraggiare dalla linea ferroviaria, che sognala il fuori limite, che corre stretta lungo il lato destro. Mentre il tee shot può variare in difficoltà a seconda della posizione del tee, il secondo rimane diabolico in ogni circostanza, con il fuori limite in agguato a destra, cespugli di ginestre lungo il lato sinistro e un bunker solitario sul green.. La buca di solito si gioca tutta contro vento, e un par qui sarà quasi come un birdie.
Buca 12: The Fox – Par 4, 451 Yards
Sebbene la dodicesima buca sia leggermente più facile delle due precedenti, difficilmente può essere considerata una tregua. Ancora i minacciosi cespugli di ginestre in gioco dal tee, lo stretto fairway dog-leg a volte può sembrare quasi impossibile da colpire. Una volta che il tee shot ha volato tutto, l’approccio è più complicato che brutale. Anche se il green rappresenta la sfida principale in questa buca, i giocatori faranno bene a trovare in primo luogo a centrarlo invece che finire in uno dei due bunker posizionati su entrambi i lati.
Buca 13: Burmah – Par 4, 473 Yards
Si continua con la tendenza di buche complicate dal giro di boa in poi. Trovando però il fairway, assai stretto, con il drive dal tee, la buca diventa molto più semplice, in parte anche a causa della mancanza di bunker. Centrare il green non è ancora un’impresa facile, poiché il bersaglio è piccolo e rialzato. A questo punto, Royal Troon sta davvero mostrando i denti, e ci sono ancora altre difficoltà in arrivo.
Buca 14: Alton – Par 3, 200 Yards
Un par 3 difficile che fa seguito a una serie di par 4 brutali. Questa buca di solito si gioca contro vento e, sebbene non sia una buca lunga, può devastare i punteggi. La scelta del ferro è particolarmente importante alla quattordici, con i bunker in agguato e il green che si allarga in lungo. Nonostante sia una delle migliori chance da birdie da tanto tempo a questa parte, a patto di colpire un tee shot perfetto, il par non è da disprezzare qui.
Buca 15: Crosbie – Par 4, 502 Yards
Ancora una volta un altro tee shot veramente difficile in arrivo , anche se almeno più dritto rispetto ad alcune delle buche precedenti. Ciò non rende le cose più facili, con i pericoli ben visibili, che si tratti della serie di bunker sul fairway o del pesante rough a sinistra. Ci si troverà spesso di fronte ad un secondo colpo cieco verso un green abbastanza distante, con i bunker che proteggono tutto il lato sinistro. C’è spazio in basso a destra, ma ciò richiede un volo di palla significativo poiché un bunker ben posizionato è lì per inghiottire i colpi corti.
Buca 16: Well – Par 5, 572 Yards
La prima vera tregua delle ultime nove arriva con il primo par 5 dalla 6. Questa buca di solito offre un’ottima possibilità di birdie, nonostante giochi contro vento. Eppure, anche il 16 non offre birdie gratuiti, poiché un ruscello perfettamente posizionato taglia il centro del fairway, e può spesso togliere il driver dalle mani di tutti tranne che dei battitori più lunghi. Ciò lascia un secondo colpo molto lungo, che può rendere il green fuori portata. Un bunker molto grande garantisce che anche una strategia “colpisci forte e spera”. Facendo ciò è probabile il rischio di un colpo un tiro compreso tra 80 e 100 metri fino al green forse più abbondantemente di ostacoli di sabbia sul campo. Un’occasione per un birdie, sicuramente, ma sicuramente si dovrà giocare bene per ottenerla.
Buca 17: Rabbit – Par 3, 242 Yards
Con la pressione crescente per tutti i giocatori del 152° Open, sarà fondamentale riuscire a mantenere la calma e concentrarsi per andare a centro green. In caso contrario, con quello che sarà spesso una buca controvento, probabilmente si tradurrà in una visita nella sabbia poiché tre bunker vicini e uno decisamente diabolico bunker ai lati del green lasciano alcuni degli approcci e putt più difficili del percorso.
Buca 18: Craigend – Par 4, 458 Yards
Craigend ha tutte le caratteristiche di una grande buca finale. Tre bunker a intervalli di 20 metri assicurano che con qualsiasi primo colpo non perfetto dal tee diventi difficile attaccare il green in due. Un ulteriore bunker a destra per i più lunghi dal tee convincerà molti a lay-up, soprattutto con l’Open in gioco. Dal centro del fairway ecco in arrivo un ferro medio-lungo, con un green ben protetto da ostacoli di sabbia. Con il fuori limite in agguato dietro il green, non ci sono colpi facili finché la palla non è proprio sul green stesso, circondato da imponenti tribune. Non mancherà di certo il ‘drama‘ alla diciotto del Royal Troon.