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Golf
Golf, i favoriti delle Olimpiadi di Parigi 2024. Scheffler da numero 1, Schauffele sull’onda dell’Open
Sembra davvero un gioco di prestigio diabolico che difficilmente poteva essere meglio disegnato, quello che si vedrà al Le Golf National per le Olimpiadi di Parigi 2024. Coinvolge i primi due giocatori del mondo allo stato attuale delle cose. Uno, Scottie Scheffler, nell’anno in corso è semplicemente stato il dominatore assoluto, mentre l’altro, Xander Schauffele si è portato a casa due Major. L’ultimo proprio domenica scorsa. Ma andiamo con ordine.
Scottie Scheffler, 28 anni, del New Jersey, è il numero 1 mondiale per conclamato distacco. Il suo 2024 è stato semplicemente irreale, con ben sei vittorie in tre mesi, tra marzo e giugno. Tra di esse il bis al Players Championship, il “quinto Major” per antonomasia, compiendo un’impresa mai riuscita a nessuno: vincere due volte consecutive. E, naturalmente, c’è anche il Masters, il secondo della sua carriera, e già è difficile vincere una sola volta ad Augusta. Tra i picchi anche l’Arnold Palmer Invitational in cui ha sbaragliato la concorrenza e il Memorial Tournament, un altro degli appuntamenti topici del calendario del PGA Tour.
Xander Schauffele, 30 anni, della California, è salito al numero 2 del mondo dopo aver vinto l’Open Championship (alias British Open). Non solo: l’unico altro torneo da lui vinto quest’anno, oltre all’ultimo Major dell’anno al Royal Troon, è un ulteriore Major, il PGA Championship. Ed è un paradosso: nell’anno in cui qualcun altro è l’assoluto dominatore, l’uomo degli eventi più importanti del calendario del golf è lui. Che, oltretutto, ha anche conquistato l’oro olimpico nel 2021 a Tokyo, in cui riuscì a contenere la furiosa rimonta di Rory Sabbatini, passato in quota Slovacchia e diventato d’argento in barba agli altri sudafricani ammessi.
Con loro, però, ci sono anche tanti altri nomi da tenere d’occhio. Il maggiore, inevitabilmente, è quello di Rory McIlroy. Il nordirlandese, che qui gareggia per l’Irlanda per una scelta compiuta da ragazzo e da allora mai tradita, sembrava aver ripreso quota allo Scottish Open dopo il dramma (sportivo) dello US Open, ma al Royal Troon è incappato in due giornate veramente pessime, e per questo il suo stato di forma è un bel dilemma. Può anche essere il torneo olimpico di Ludvig Åberg, il nuovo fenomeno svedese che in un solo anno da pro ha messo su numeri alla Tiger Woods (e non è un’esagerazione), ma non sono da dimenticare nemmeno tanti altri protagonisti. Da tenere in considerazione anche le ambizioni di un Collin Morikawa che sta risalendo la china, mentre ancora in quota USA resta il dilemma di Wyndham Clark, tanto male nei Major, tanto bene sul PGA Tour. Inoltre, l’Open Championship ha chiarito una volta di più che non va mai tenuto fuori dal conto Shane Lowry, il che garantisce all’Irlanda due chance realistiche. Da verificare l’accoppiata britannica (ma, di fatto, inglese) Fleetwood-Fitzpatrick e ancor più il contributo di tutti i passati con la LIV Golf, la superlega araba che ha sconvolto gli ultimi tre anni sui green, dallo spagnolo Jon Rahm in giù.
Capitolo Italia: ovviamente Matteo Manassero e Guido Migliozzi non partono di certo con i favori del pronostico. C’è però qualche segnale che porta a inserirli nel ruolo di outsider. Un ruolo difficile, vista la competitività di questo torneo, ma non impossibile. Lo spettacolare ritorno ai migliori fasti di Manassero è stato raccontato in tanti modi: qui basti ricordare che, nel 2020, ricominciava la sua risalita verso i piani alti dall’Alps Open, il terzo livello del golf europeo dopo l’European Tour (oggi DP World Tour) e Challenge Tour. Pian piano ha rimesso mattoncini su mattoncini, nel 2023 è stato splendido protagonista sul Challenge ed ha ripreso il ruolo che gli spetta. Sta giocando bene, è in fiducia e può realmente farsi valere. E, quanto a Migliozzi, è impossibile non rimarcare quello che ha fatto proprio qui, al Le Golf National, due anni fa. Open di Francia, ultimo giro: alla buca 18 nessuno fa birdie, nel senso letterale della cosa. Lui sì, e con un terzo colpo fenomenale ben seguito dal quarto. Quella vittoria torna in mente se si va a pensare alle sue possibilità sul percorso che fu della Ryder Cup 2018. E che, oggi, torna al centro dell’attenzione mondiale.