Judo

Judo, Savita Russo e il sogno olimpico: “Mi sono meritata la fortuna. Non andrò a Parigi solo per partecipare…”

Pubblicato

il

Savita Russo / Emanuele Di Feliciantonio EJU

Tre mesi fa perdeva al primo turno del Grand Slam di Antalya contro la polacca Natalia Kropska ed era 56ma nel ranking olimpico dei -63 kg con soli 633 punti, oggi è qualificata ufficialmente per i Giochi di Parigi 2024. Stiamo parlando di Savita Russo, protagonista di una rincorsa esaltante che l’ha vista ottenere in extremis il ripescaggio per le Olimpiadi tramite quota continentale (in seguito ad alcuni incastri favorevoli) grazie ad uno strepitoso bronzo europeo e al cruciale quinto posto ottenuto al Grand Slam di Dushanbe. La siciliana classe 2005, una delle giovani promesse più interessanti del judo italiano, ha commentato la notizia del suo pass a cinque cerchi ai microfoni di OA Sport.

Come hai vissuto queste ultime settimane dopo il Mondiale e qual è stata la tua prima reazione quando hai ricevuto la notizia del pass per Parigi?

Dopo il Mondiale era tutto un punto interrogativo perché cambiando le classifiche e non arrivando a un piazzamento, non c’era nessuna certezza. Non ero né triste, perché sapevo di aver fatto un buon percorso, né felice perché la qualificazione sarebbe stata una grande soddisfazione. Non ho smesso di crederci perché c’erano ancora piccole possibilità, infatti quando ho saputo con certezza che avrei partecipato alle Olimpiadi ero felice ma non troppo, perché lo volevo così tanto che dentro di me sapevo che ce l’avrei fatta. La fortuna è stata anche dalla mia parte, ma nulla viene per caso, credo di averla meritata“.

La tua campagna di qualificazione olimpica è cominciata molto più tardi rispetto ai tuoi compagni. C’è stato un momento specifico in cui hai realizzato di essere davvero in corsa per le Olimpiadi?

Il fatto che la mia corsa alle Olimpiadi sia iniziata tardi a soli 10 mesi da Parigi, non lo considero uno svantaggio perché sono stata costretta a dare il massimo in poco tempo, facendo gare di livello superiore rispetto a quelle a cui ero abituata gestendo la pressione che inevitabilmente mi ha accompagnata durante tutto il percorso. Mi sono resa conto di aver iniziato questo percorso ai Campionati Europei Senior 2023 a Montpellier, perché essendo stata convocata a una gara prestigiosa come quella ho capito che mi stavano tenendo in considerazione per qualcosa di più grande“.

12 mesi fa ti stavi preparando per gli Europei Juniores, che hai poi vinto in Olanda. Avresti mai immaginato in quel momento di ritrovarti a Parigi un anno più tardi sul palcoscenico più importante al mondo?

Aver vinto l’Europeo Junior nel 2023 per me era già un ottimo risultato, molto lontano da una partecipazione alle Olimpiadi. Sinceramente non mi sarei mai immaginata di combattere a Parigi, sognavo semplicemente di andarle a vedere“.

Dopo quel trionfo agli Europei Juniores hai abbandonato le competizioni giovanili per provare subito il grande salto tra le senior. L’impatto con il circuito maggiore non è stato semplice inizialmente, quali sono state le maggiori difficoltà che hai affrontato nella transizione al World Tour?

Sicuramente il fatto di dover competere con gente più esperta è stata una difficoltà che però allo stesso tempo mi ha tolto quella pressione che invece avevo alle gare junior essendo una delle favorite. I senior hanno un modo di combattere molto diverso da quello degli junior, più tattico e più studiato, quindi riuscire ad abituarmi a questo nuovo stile è stato un ostacolo che però mi ha permesso di migliorare“.

Aver gareggiato tantissimo a inizio stagione per risalire il ranking si è rivelato un vantaggio a posteriori per raggiungere il picco di forma agli Europei?

Fare così tante gare vicine mi ha fatto accumulare stanchezza fisica ma soprattutto mentale, anche questo è stato un motivo di miglioramento per l’autocontrollo e mi ha permesso di arricchire il mio bagaglio di esperienza facendo errori e correggendoli“.

Il bronzo europeo a Zagabria è stato abbastanza sorprendente per la tua giovane età (18 anni e 344 giorni). Ci puoi raccontare le tue sensazioni di quella magica giornata sul tatami?

L’Europeo di Zagabria è stata la mia gara migliore per varie motivazioni. La prima è il fatto che non avevo ansia e particolare pressione, magari perché non ero una delle favorite. La seconda è che avevo solo 18 anni e nessuno si poteva aspettare un risultato così. La terza è la soddisfazione di aver battuto in finale una ragazza che combatteva in casa e quindi avere tutto il tifo contro. La quarta il modo in cui ho combattuto, riuscendo ad esprimere al meglio il mio judo. Sia prima che durante la gara, ero abbastanza tranquilla. Il primo incontro ero un po’ tesa, ma combattimento dopo combattimento sono riuscita a concentrarmi e mantenere la lucidità. L’ultimo incontro è stato molto intenso, è durato parecchio, ero veramente stanca e quando ho vinto mi sono scaricata di tutta la tensione e mi sono resa conto di cosa era successo, ero felice“.

Ad oggi, rispetto alle più forti al mondo della -63 kg, quali pensi possano essere i tuoi punti di forza e gli aspetti in cui invece devi ancora migliorare tanto per raggiungere stabilmente quel livello?

Credo che i miei punti di forza siano la tecnica, la voglia di dare il meglio di me per soddisfare me stessa prima degli altri, la giovane età e il desiderio di superare sfide sempre più complicate per vedere fin dove riesco ad arrivare. La gestione delle emozioni è una cosa su cui devo migliorare, come anche il fatto di riuscire a vedere i lati positivi anche in esperienze negative“.

Quali sono le avversarie che ti hanno impressionato maggiormente negli ultimi mesi e che consideri più competitive nella tua categoria a Parigi?

Tra tutte sicuramente la giapponese Takaichi con cui ho perso al Grand Slam di Tokyo l’anno scorso, che considero un’atleta davvero forte, ma non imbattibile. Altre avversarie sono la francese campionessa olimpica in carica Clarisse Agbegnenou, molto forte fisicamente ma anche molto esperta, e l’olandese Van Lieshout che a soli 21 anni è diventata campionessa del mondo, anche se con lei non ho mai combattuto“.

Quali sono i tuoi obiettivi agonistici a breve termine (quindi a Parigi 2024) e anche in prospettiva per il resto della tua carriera?

L’obiettivo più vicino è fare del mio meglio a Parigi, divertirmi e aspirare sempre al massimo, perché già arrivare là è un traguardo, ma l’obiettivo non è partecipare. Riguardo il futuro non ho programmi particolari, io continuo a fare quello che ho sempre fatto e il resto verrà da sé“.

Exit mobile version