Ciclismo
Moreno Moser: “Vingegaard potrebbe avere un black-out. Occasione Evenepoel, Ciccone sbaglia”
A conclusione della quarta tappa del Tour de France – vinta dallo sloveno Tadej Pogacar e nuova maglia gialla – abbiamo raggiunto telefonicamente Moreno Moser che da oggi comincerà il racconto di questa edizione della Grande Boucle come terza voce ai microfoni di Eurosport, dove si alternerà con l’ex professionista Wladimir Belli. Insieme a Moser abbiamo dunque stilato un primo bilancio di queste prime quattro tappe del Tour de France, con il Galibier che ha dato le prime risposte di questa edizione della Grande Boucle.
Pogacar ha staccato Vingegaard con una grande progressione, il danese è parso un po’ sottotono…
“Ci si aspettava che Pogacar andasse più forte, Vingegaard non è andato male e non è assolutamente fuori, dai giochi ma si vede che non è pronto come l’anno scorso o come l’inizio di questa stagione prima del grave incidente”.
Vingegaard paga il lungo stop dopo l’infortunio? Pensi che possa crescere strada facendo o i giorni di allenamento persi non siano recuperabili?
“Non vorrei sbilanciarmi troppo, potrebbe anche crescere nei prossimi giorni così come avere un black-out. Può anche essere che Vingegaard ci trovi ad andare più forte nelle prime tappe e poi manchi di freschezza durante l’ultima settimana, ma tutto è ancora possibile e il Tour è ancora lungo”:
Evenepoel sulle pendenze più dure paga sempre dazio, in discesa ha dei limiti anche se è migliorato: può puntare al podio?
“Sì, il podio può essere un obiettivo realistico. Ha corso bene in salita e fino ad ora sta facendo un ottimo Tour tenendo conto che ci sono anche le cronometro dove può recuperare terreno. Remco secondo me in questo Tour ha l’occasione della vita, sperando che riesca a mantenere questa condizione per riprendere anche un po’ di fiducia in se stesso, da parte della squadra e del pubblico”.
La UAE é impressionante, con corridori da podio come Ayuso, Almeida e Adam Yates. Cosa dovrà inventarsi Vingegaard per mettere in difficoltà Pogacar?
“La squadra è importante, è vero, ma poi arriva un momento in cui bisogna avere le gambe per fare la differenza. Penso che Vingegaard stia aspettando le salite veramente dure per provare a fare la differenza nei confronti di Pogacar e quindi per dimostrare di avere qualcosa in più, se realmente sta bene ed è in condizione”.
Da Roglic sul Galibier ti aspettavi qualcosa in più?
“Quest’anno si è visto poco a livelli importanti e quindi non mi aspetto grandi cose da parte sua in questo Tour. La Red Bull ha un gran bel progetto e si meriterebbe di avere in squadra un corridore più competitivo, spero che come formazione possano riuscire a vincere almeno una o più frazioni senza dover ruotare solamente intorno a Roglic per fare un piazzamento nelle generale”.
Tolti i super fenomeni Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel, sembra che ci siano Ayuso e Rodriguez nelle gerarchie. Ormai sono pronti per vincere una corsa a tappe, magari la Vuelta ad agosto?
“Possono vincere come tanti altri corridori in un Grande Giro in cui non ci sono i mostri sacri di Pogacar e Vingegaard. Ci sono una decina di corridori che tra loro sono livellati e possono giocarsi la vittoria oltre che al podio in una corsa di tre settimane. Penso ad esempio anche ad Hindley, Almeida, Adam Yates, Martinez, Jorgenson e Tiberi”.
Ciccone fa bene a puntare alla generale o sarebbe meglio uscire di classifica per provare a centrare un successo di tappa?
“Non fa bene puntare alla generale, magari potrebbe provare a centrare una top10, ma così mi sembra un Tour sprecato e quindi è come se buttasse via un’occasione per provare a lasciare un po’ più il segno. E’ chiaro che centrare una top10 alla squadra possa servire in ottica punti UCI, ma per un corridore come lui, che non è più giovanissimo, abbiamo visto quelli che sono i suoi limiti e quindi secondo me dovrebbe fare un Tour come quello dell’anno scorso puntando alla maglia a pois e ad una vittoria di tappa”.
Secondo te Bettiol quale tappa potrebbe provare a vincere?
“Bettiol punterà alla tappa degli sterrati, ma temo che si senta addosso troppa pressione. La maglia tricolore è una responsabilità e tutti ci stiamo aggrappando a lui come unica speranza italiana non avendo molti altri corridori su cui poter puntare, mi auguro che Alberto riesca quindi a rimanere concentrato e mantenere il suo equilibrio che si è costruito in tanti anni di duro lavoro. Per lui poi ogni occasione può essere quella buona, centrando la fuga giusta nella tappa giusta”.
L’approccio di Van der Poel al Tour lo rende il favorito per le Olimpiadi?
“Vedendo quello che ha fatto lo scorso anno in vista del Mondiale mi verrebbe da dire che sta facendo la cosa giusta in vista dei Giochi Olimpici”.
Evenepoel potrebbe pagare le fatiche del Tour in vista della cronometro olimpica?
“Credo che Evenepoel possa uscire dal Tour con una buona condizione e può essere, purtroppo, il rivale principale per Ganna. La gamba che ti danno i Grandi Giri è qualcosa di unico soprattutto nelle due/tre settimane successive, niente a che vedere con l’allenamento per quanto meticoloso possa essere stato fatto”.