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MotoGP, Bagnaia stava perdendo il round del Sachsenring, ma ha mandato Martin al tappeto. Successo pesantissimo per il Mondiale

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Francesco Bagnaia / Valerio Origo

Tra qualche mese, potremmo ricordare quanto accaduto quest’oggi come il punto di svolta della stagione 2024. Il Gran Premio di Germania avrebbe dovuto essere – per caratteristiche e pregressi su questa pista – una gara favorevole a Jorge Martin nell’economia del duello iridato con Francesco Bagnaia, ma la caduta dello spagnolo al penultimo giro ha tramutato l’appuntamento tedesco in una tappa amica all’italiano.

In pochi istanti, si sono spostati ben 30 punti. L’iberico aveva posto le fondamenta per tornare a +20 nella classifica iridata, dove ora invece si ritrova a inseguire, distante 10 lunghezze dal piemontese. Restano ancora 407 punti sul piatto, d’altronde non siamo ancora al giro di boa dell’annata corrente. È però palese come il modo in cui è maturato il risultato odierno valga ancor di più della sua entità matematica. Qui entriamo nel campo di un’altra scienza, la fisica, perché il peso specifico è enorme.

Volendo restare nell’ambito sportivo, bisognerebbe utilizzare la metafora del pugilato. La ripresa del Sachsenring stava venendo vinta “ai punti” da Martin. Invece un colpo secco di Bagnaia ha mandato letteralmente “al tappeto” l’avversario. Finire a terra non significa andare KO, ma questo colpo si farà sentire, eccome, anche nei prossimi round. Non si esaurirà con oggi, ma lascerà degli strascichi e delle scorie.

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Più di qualsiasi speculazione legata al fatto che la posizione politica di Martinator e di Pramac sia debole, più di qualsiasi elucubrazione sulla genesi della caduta stessa (provocata o meno dalla pressione messa da Pecco al suo rivale), oggi arriva una pesantissima sentenza aritmetica. Inappellabile e inconfutabile. Anziché con un 237-217 per Martin, il Mondiale di MotoGP va in ferie con un 222-212 per Bagnaia.

Alla fine è la somma dei punti a determinare il Campione del Mondo. Dopo tanto tempo anche le addizioni mettono il detentore del titolo davanti a chi da un anno abbondante ambisce a detronizzarlo, scontrandosi però con la dura e cruda realtà. Tramutare le ambizioni in fatti non è scontato. C’è chi ci è già riuscito due volte, c’è chi viceversa resta nei panorami onirici.

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