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Nuoto
Nuoto, Alberto Razzetti soddisfatto: “L’obiettivo era entrare in finale, per il terzo posto c’è equilibrio”
Alberto Razzetti c’è! L’azzurro tira fuori un duecento farfalla da record personale e conquista la finale alle Olimpiadi di Parigi 2024! In una “Paris La Defense Arena” gremita in ogni suo seggiolino e che ha spinto ad ogni bracciata l’idolo Leon Marchand, il ‘Razzo’ ha chiuso al terzo posto la semifinale vinta proprio dal transalpino, con un tempo di 1’54″51.
L’italiano migliora così il proprio record personale di 14 centesimi rispetto al precedente, nuotato ai Mondiali di Doha di febbraio. Una prima parte più controllata in confronto ai suoi avversari, con il passaggio ai cento molto simile a quello della mattinata (7 centesimi meglio). Seconde due vasche estremamente positive per Razzetti, che risale dal sesto posto al terzo. Imprendibile Marchand, che vince la semifinale in 1’53″50, anche se il favorito per l’oro sarà Kristof Milak. Il magiaro è tornato come aveva lasciato, e il poderoso 1’52″72 fa paura a tutti. Per l’azzurro è il settimo tempo d’ingresso, ma se i primi due sono irraggiungibili, il terzo gradino del podio è affare per quasi tutti.
“Sicuramente oggi la cosa principale era entrare in finale, quindi l’obiettivo è raggiunto” – esordisce Razzetti a caldo ai microfoni Rai – “Sono contento di quello. Alla fine ho fatto il mio personale, quindi è sicuramente una buona gara. Però rispetto a stamattina devo dire, per una differenza di due decimi o poco più, mi era piaciuta di più la gara di stamattina. Ero un po’ più fluido e non so, mi ero piaciuto di più“.
“Ora comunque vedrò un attimo cosa è andato e cosa non è andato; domani c’è da farne un altro e vedremo di farlo meglio“. L’azzurro poi prova a fare un’analisi degli avversari in vista di domani: “Ce ne sono sette pericolosi. Chiaramente Marchand e Milak sulla carta sono i favoriti. Per il resto più o meno è abbastanza equilibrato il campo. Quindi vediamo, cerchiamo di divertirci“. Razzetti non si nasconde e domani andrà a caccia di quel sogno che si chiama medaglia olimpica.