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Nuoto, il monito di Scozzoli: “A molti giovani manca la fame, tanti si perdono. Le gare che vedo da medaglia a Parigi…”

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Scozzoli / LaPresse

Nuova puntata di Swim2U all’interno della programmazione del canale YouTube di OA Sport in collaborazione con Sport2u. Al fianco di Enrico Spada e Agaia Pezzato c’è Fabio Scozzoli, che offre un quadro di grande ampiezza sul mondo del nuoto tra Parigi 2024 e non solo.

La partenza è, per certi versi, di fuoco: “E’ finita un po’ una generazione, forse anche due. C’è bisogno di un ricambio generazionale, di lavorare, di avere fame. Sono in questa veste leggermente polemica in questi giorni, perché vista da fuori manca fame, mi sento di dire questo. Penso alle generazioni in generale: sono pochi quelli che vogliono scalare, diventare qualcuno. Mi rendo conto che i ventenni di oggi sono troppo comodi. Forse è colpa delle generazioni dei genitori che li tengono un po’ troppo nella bambagia, bisogna aver voglia di diventare grandi. Voglio far passare immediatamente questo messaggio“.

In ogni caso, buone notizie sul fronte Italia: “Il talento c’è ed è già stato dimostrato. Marco Menchinelli si gode una Nazionale giovanile estremamente forte e competitiva, abbiamo talenti in Italia da far invidia a tutto il mondo. Bisogna coltivarli e dare continuità al lavoro che stanno facendo i loro tecnici, senza pensare di metter troppo bocca nelle situazioni che poco si conoscono. Poi vedremo chi è già pronto e chi lo sarà nei prossimi anni. Di talenti fortissimi ne abbiamo avuti tanti anche negli anni scorsi a livello giovanile. Purtroppo pochi se ne concretizzano. L’abbondanza certamente aiuterà a salvare una percentuale. Chiaramente alcuni si perdono, non solo in Italia, ma se il materiale è buono bisogna lavorarci bene“.

Molto interessante il tema dello sviluppo tricolore: “Il panorama natatorio italiano è molto vario. Questi atleti sono frutto di pazienza e lavoro, magari non sono stati fortunati a incontrare le giuste situazioni o fare le scelte giuste immediatamente per esprimersi fin da subito. La perseveranza, ed è un grande pregio di atleti come Lisa Angiolini, li ha aiutati a fare grandi cose anche da grandi. Non tutti maturano fisicamente presto. Penso di aver avuto una carriera longeva anche perché sono maturato fisicamente molto tardi, e per questo ho iniziato a esprimermi sui 21-22 anni ai miei migliori anni. Poi, con alti e bassi, sono stato in grado di fare del mio meglio fino ai 33-34. Ci saranno quelli come Martinenghi e Ceccon che speriamo prendano la strada della continuità, talenti in grado di esprimersi fin da giovani e di continuare con grande perseveranza a martellare sui podi internazionali che fanno grande un atleta“.

Un pronostico sulle Olimpiadi è inevitabile: “Non sono scaramantico, spero non ci ascolti nessuno e, senza fare nomi, dico 100 dorso uomini, 100 rana uomini, 100 rana donne, 4×100 stile libero uomini, un mezzofondo donne e un mezzofondo uomini. Ne dico solo due su quattro perché può capitare. Secondo me sarà difficile andare oltre. E magari un oro sarebbe bello“.

I “suoi” 100 rana, poi, hanno molto da regalare: “Non capisco se quest’attesa per i 100 rana uomini ce l’ho perché sono direttamente interessato o perché alla fine sarà veramente la gara olimpica. Tutti attendono la grande sfida dell’emergente cinese contro il re indiscusso degli ultimi 10 anni. Quella può essere la gara più entusiasmante e speriamo lo sia veramente, con Peaty in grado di esprimersi al meglio e che Qin non sia stato un fuoco di paglia, ma abbia continuità in quello che ha fatto. Anche in campo femminile ci saranno belle sfide. Tokyo è stata frenata dalle finali al mattino, non tutti sono stati in grado di esprimersi al massimo potenziale, e per questo sono curioso di vedere a livello cronometrico dov’è arrivato il nuoto adesso. Si settano dei nuovi standard alla fine di un quadriennio olimpico. Sono curioso anche dei 100 stile uomini, se si è ancora in grado di avvicinare quel record a cui si sono avvicinati in due, tre, quattro. Speriamo di essere anche direttamente interessati con delle belle finali“.

Speranze anche per Martinenghi? “Negli ultimi 2-3 anni nei 100 rana c’è stato un passo indietro. Fino a Tokyo standard pazzeschi, con 7-8 in grado di andare sotto i 58″5. La maggior parte degli atleti dei Mondiali 2023 non è stata in grado di ripetersi su quei livelli. Nessuno a parte Peaty e Qin penso possa avvicinarsi ai 58″. Fink, Martinenghi, Corbeau, un po’ defilato Kamminga, ce ne sono di atleti da 58″5 che secondo me determinerà il podio. Sono certo al 100% che Tete sia sempre un osso duro. Da quando ha cominciato a salire su quei podi non è più sceso, ha una capacità di gareggiare a quei livelli di agonismo che in pochi anni. Se i primi due sono ora di un altro pianeta, per tutto il resto lui ci può essere“.

Differenza uomini-donne nella rana, con un riferimento anche a Martina Carraro: “Non è una questione di livello medio. Guardando i tempi FINA con gli uomini siamo molto lontani, con le donne molto vicini. Secondo me è una questione di talento. Martina la conosco, anche come atleta oltre che come persona, dal 2016. Lei ha fatto il percorso inverso, negli anni, affinandosi, è riuscita a costruire un ottimo 100 e pian piano ha perso un po’ quella dote di velocità naturale. Lei è sempre stata una ranista, e la maggior parte delle donne raniste ha un’ottima gambata. La rana femminile è più lenta della maschile. Se i ranisti uomini senza un’ottima gambata riescono a emergere comunque con la parte superiore del corpo che detta il ritmo della nuotata, le donne mancano un po’ di forza fisica e si appoggiano di più su una buona gambata. Di conseguenza, anche più naturalmente riescono a inventarsi duecentiste. Martina ha sempre lavorato in un modo incredibile, è andata ai Mondiali a 15 anni, non si è mai accontentata, ha sempre lavorato e avuto voglia di fare di più. Inconsciamente, a Roma 2022 si è inventata quel 200 da 2’23”, che anche andando a cercare di ripeterlo non è stata in grado. Quella è stata frutto di un entusiasmo e di una rabbia che le ha fatto fare quella cosa lì. L’anno dopo con Cesare abbiamo detto ‘ci proviamo?’. Si è avvicinata, ma non ha raggiunto quel picco lì. La rana maschile è molto più specializzante della femminile. Dei ranisti che ho visti, Pizzini a parte con la sua gambata naturale, Martinenghi ha una forza allucinante e anche di gambe una sensibilità che gli permette di avere un ottimo appoggio anche per i 200. Però se non l’ha fatto finora non lo farà nei prossimi anni, anche perché conoscendolo si diverte molto di più nella velocità“.

Pilato, un nome che solletica tanti pensieri nel nuoto azzurro: “Benedetta probabilmente ha un talento diverso rispetto a quello di Simone, è più avanti sul percorso e tutti l’abbiamo identificata in grado di nuotare 1’04” con la sua velocità di base. Non provarle a far fare i 100 sarebbe stato un sacrilegio, siamo tutti in attesa di vedere cosa può fare, credo non lo sappia neanche lei. So che lei ha bisogno di qualcuno che ci creda più di lei. Molto spesso va veramente spinta e motivata a fare qualcosa che lei non pensa di essere in grado di fare. Una che fa 29″3 non può passare a 31″2-31″4 nei 100 per paura di tornare indietro. La gara ideale non è uguale per tutti, ma per la maggior parte delle persone si fa con un passaggio al massimo un secondo più lento rispetto al tuo 50. Sicuramente ha le potenzialità fisiche e tecniche per poter arrivare al top mondiale, poi deve scontrarsi coi suoi limiti fisici che sono quelli di una velocista pura, per cui farà sempre fatica a finire un 100. Però, per dire, van der Burgh era un velocista pazzesco, passava facile, mezzo secondo più forte degli altri, poi tornava indietro al meglio possibile e faceva anche record del mondo. Benny è questo tipo di talento qui. Non sono il mago di Oz, ma sono tra quelli che crede che lei sia un talento infinito“.

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