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Nuoto, l’impresa della vita di Nicolò Martinenghi: battere i fenomeni Qin e Peaty non ha prezzo

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Nicolò Martinenghi
Martinenghi / LaPresse

L’impresa di Nicolò Martinenghi. La piscina di Parigi si è tinta d’azzurro grazie al lombardo, che è andato a prendersi un oro olimpico nei 100 rana tanto sorprendente quanto bello. Una vittoria di testa quella di Tete, in un contesto di gara dalle prestazioni assolute non eccelse, ma in cui serviva fondamentalmente mettere la mano davanti.

Martinenghi l’ha fatto con la classe degli agonisti veri e così tante cose significative sono accadute: la fine del regno dorato di Adam Peaty, che andava a caccia del terzo titolo a Cinque Cerchi consecutivo su questa distanza; la resa del cinese Qin Haiyang, desideroso di far valere la propria leadership anche per zittire i critici sul caso doping relativo alla squadra asiatica e di cui tanto si è parlato.

L’azzurro ha messo d’accordo tutti e così, dopo le affermazioni ai Mondiali e agli Europei del 2022, il cerchio si è chiuso con il sigillo nella capitale francese. Tete è diventato, quindi, il secondo italiano a ottenere due medaglie olimpiche nella stessa specialità dopo Federica Pellegrini, che conquistò l’argento ad Atene 2004 e l’oro a Pechino 2008 nei 200 sl.

Inoltre, l’azzurro potrebbe davvero aver dato la scossa alla squadra e di cui si sentiva davvero il bisogno. Vedremo se già Thomas Ceccon saprà raccogliere il testimone nei 100 dorso.

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