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Nuoto, l’Italia ha i campioni olimpici dei 100 rana e dorso. Si sogna per la mista? C’è il buco del delfino…

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Ceccon/Lapresse

Non era mai accaduto nella storia del nuoto ai Giochi olimpici, che l’Italia riuscisse a vincere più di una specialità presente nella gara di chiusura del programma a Cinque Cerchi, la staffetta 4×100 mista. Gli azzurri a Parigi ci sono riusciti piazzando un due su due leggendario grazie a Nicolò Martinenghi, oro nei 100 rana e a Thomas Ceccon, che ha dominato i 100 dorso, a suggello di un periodo storico fra i più floridi della storia della disciplina in Italia.

Con il campione olimpico dei 100 rana e dei 100 dorso e con un Alessandro Miressi pronto a dare battaglia nei 100 stile libero e grande specialista delle staffette, l’Italia potrebbe davvero dire la sua nella staffetta 4×100 mista maschile ma purtroppo potrebbe non essere così. Il vantaggio che potrebbe dare alla squadra italiana un bis di frazioni da urlo potrebbe essere vanificato da un “buco” nella specialità della farfalla che, in questo periodo storico, non esprime specialisti in grado di giocarsela alla pari con i migliori delle altre Nazionali che contenderanno il posto sul podio all’Italia.

A Tokyo nel 2021 fu Federico Burdisso ad assicurare una frazione a farfalla di qualità agli azzurri che riuscirono a salire sul terzo gradino del podio ponendo fine ad un digiuno che durava praticamente da sempre, a volte anche per demerito del clan azzurro che non ha mai creduto fino in fondo nelle potenzialità della 4×100 mista e spesso l’ha presa come un “gioco” a chiudere la manifestazione, non assegnando la giusta importanza a questa staffetta.

A Roma nel 2022 l’Italia si affidò all’esperto Matteo Rivolta che piazzò una subacquea lunghissima facendo temere la squalifica ma, ancora una volta, riuscì a dare il suo importantissimo contributo ad un successo storico. L’addio alle vasche di Rivolta e le difficoltà incontrate da Burdisso nell’ultimo periodo, hanno creato una sorta di voragine nella specialità che non è facile da colmare. Cesare Butini dovrà fare di necessità virtù e inventarsi qualcosa visto che non ci sono azzurri iscritti alla gara individuale dei 100 farfalla e gli specialisti, al momento, scarseggiano.

Le strade, alla vigilia, potevano essere tre ma una è già chiusa in partenza, quella, fantasiosa ma tutt’altro che strampalata, di spostare Thomas Ceccon, l’uomo per tutte le stagioni, nella frazione a farfalla e affidarsi a Michele Lamberti nella frazione di apertura a dorso. Il Michele Lamberti visto a Parigi, però, non è quello apprezzato durante la stagione che aveva dato l’impressione di poter ottenere tempi di tutto rispetto nei 100 dorso. Il figlio d’arte, dopo aver centrato la qualificazione olimpica al Settecolli, sembra aver perso per strada la condizione ed essere arrivato scarico all’appuntamento più importante della stagione: cose che capitano quando si è in bilico.

Le altre due strade portano all’utilizzo di uno dei due specialisti dei 200 farfalla italiani, come del resto fu a Tokyo con Burdisso, che non hanno però nella velocità il loro punto di forza. Con i favori del pronostico parte Alberto Razzetti che ha iniziato benissimo la sua avventura olimpica con un ottimo quinto posto nei 400 misti, sta bene e assicura comunque una frazione di qualità, anche se su tempi nettamente più alti dei grandi specialisti dei 100 farfalla, oppure affidarsi a Giacomo Carini, che da oggi cercherà di dimostrare quanto può valere.

La certezza è che almeno un secondo l’Italia lo lascerà in vasca contro i top team nella frazione a farfalla e il solco scavato nelle gare individuali da Martinenghi e Ceccon potrebbe non essere sufficiente a rimettere l’Italia in carreggiata. Aspettiamo il 4 agosto e la risposta della piscina dell’Arena La Defense.

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